Attualità

MONTECITORIO. Camera, il "decreto omnibus" incassa la fiducia

martedì 24 maggio 2011
La Camera ha votato la fiducia al "decreto omnibus", con 313 sì e 291 no e due astenuti. Il decreto contiene vari provvedimenti in scadenza. La maggioranza ha negato l'assenso alla diretta tv sulle dichiarazioni di voto richiesta dal Pd. Dopo la doppia chiamata nominale e l'annuncio del risultato sulla fiducia, è inizieta l'illustrazione degli ordini del giorno che si protrarrà per tutto il pomeriggio. Seguiranno le operazioni di voto finale sul decreto che potrebbero avere qualche appendice anche domani.È stato Elio Vito, ministro per i Rapporti con il Parlamento, a chiedere la fiducia. «Considerati i tempi ristretti di scadenza del decreto - ha detto il ministro -  a nome del governo, autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto numero 34 del 2011, nel testo approvato dalle commissioni, identico a quello approvato dal Senato».Il voto di fiducia avviene in un clima politico particolare, alla vigilia dei ballottaggi nelle elezioni amministrative di Milano e Napoli di domenica e lunedì prossimi. Da qui l'interesse per verificare i numeri di cui dispone il governo a Montecitorio. Nei giorni scorsi la maggioranza è stata battuta più volte in Aula alla Camera a causa di numerose assenze negli scranni del gruppo di Iniziativa responsabile che insiste nel chiedere una adeguata rappresentanza nella compagine di governo.Il decreto omnibus, approvato in prima lettura dal Senato lo scorso 20 aprile e la cui scadenza è fissata per il 30 maggio, oltre alla rinuncia del governo a costruire le centrali nucleari, comprende tra l'altro uno stanziamento di 149 milioni per il Fondo unico per lo spettacolo (Fus), limiti nelle proprietà incrociate tra giornali e tv (viene prorogato al 31 dicembre 2012 il divieto di partecipare in imprese editrici di giornali quotidiani per società televisive che svolgono la loro attività in ambito nazionale), 80 milioni per la manutenzione e la conservazione dei beni culturali, 7 milioni per interventi a favore di enti e istituzioni culturali, la soppressione del contributo di un euro sui biglietti cinematografici stabilito nel decreto Milleproroghe, la possibilità per la Cassa depositi e prestiti di intervenire a sostegno di società considerate strategiche. Alla copertura finanziaria delle misure previstedal decreto omnibus si provvederà con l'aumento delle accise sulla benzina.Per quanto riguarda in particolare il nucleare, nel testo approvato dal Senato è stato inserito un emendamento che ha riscritto l'articolo 5 del decreto approvato in Consiglio dei ministri a fine marzo sospendendo il programma del governo relativo alla costruzione delle centrali nucleari.L'esecutivo è andato oltre la moratoria di un anno già prevista per il nucleare, fermando tutti i programmi sull'energia atomica e la costruzione di nuovi impianti. In pratica, l'emendamento all'articolo 5 abroga le norme che sono oggetto del referendum del 12 e 13 giugno. Toccherà alla Cassazione esprimersi nei prossimi giorni sulla validità del quesito referendario dopo le decisioni assunte dal governo.Molto critiche le opposizione sulla scelta del governo di porre la fiducia. Pier Paolo Baretta (Pd) e Gianluca Galletti (Udc) ricordano che quella di oggi è la quarantesima fiducia chiesta dal governo in tre anni. Renato Cambursano e Federico Palomba, Idv, puntano l'indice contro il governo che conquesto decreto vuole eludere il referendum sul nucleare e far fallire pure quelli sul legittimo impedimento e sull'acqua pubblica.«Con la decisione di mettere la fiducia sul decreto omnibus, il governo le prova tutte per sfuggire al voto degli italiani nel referendum indetto per il 12 e 13 giugno», dichiara anche Stella Bianchi, responsabile Ambiente del Pd.