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POLITICA. Caliendo, per la maggioranza è il primo banco di prova

lunedì 2 agosto 2010
Tocca oggi alla riunione dei capigruppo della Camera, che si tiene alle 17, decidere se mettere all'ordine del giorno la mozione di sfiducia annunciata dall'Idv (e che Pd e Udc sosterrebbero) nei confronti di Giacomo Caliendo, sottosegretario alla Giustizia, indagato nell'inchiesta P3. Nel caso fosse approvata la proposta dell'opposizione, il voto dell'Aula di Montecitorio potrebbe esserci domani o dopodomani, in ogni caso prima della pausa estiva.Fabrizio Alfano, portavoce di Gianfranco Fini, replicando a un appello di Antonio Di Pietro, Idv, ha fatto sapere che il presidente della Camera ha "idee chiarissime" sulla mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario Caliendo e che ne "discuterà con il suo Gruppo un attimo prima dell'eventuale voto sulla mozione di sfiducia". I lavori della Camera, che in un primo momento si era deciso di concludere il 31 luglio, sono stati prorogati a questa settimana perchè ci sono ancora due decreti legge da votare pena la loro decadenza: quello denominato Tirrenia sul trasporto marittimo e quello sul nucleare e le energie rinnovabili. Il governo potrebbe però far decadere i due decreti evitando così la convocazione dell'Aula di Montecitorio, il che rinvierebbe a settembre la discussione sul caso Caliendo.Nel caso si decidesse invece di votare la mozione di sfiducia su Caliendo, sarebbe la prima occasione per verificare se il governo ha ancora la maggioranza alla Camera. I 33 finiani, che si sono organizzati nel Gruppo Futuro e libertà per l'Italia, sono infatti ritenuti decisivi per la sorte della mozione. La sfiducia a Caliendo sarebbe un brutto colpo per la maggioranza. Benedetto Della Vedova, finiano, spiega che Futuro e libertà  considera "la mozione di sfiducia delle opposizioni presentata a Montecitorio il banco di prova per la maggioranza di governo". Ma non è scontato che i finiani votino a favore. Potrebbero scegliere l'astensione per evitare una eventuale crisi di governo in questi primi giorni di agosto. Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, non dà per scontato neppure il voto del proprio Gruppo: "Esamineremo le carte e poi decideremo". Maurizio Lupi,Pdl, vicepresidente della Camera, si dice convinto che "anche i finiani voteranno contro la sfiducia a Caliendo che è una persona per bene". Si è inoltre appreso che Silvio Berlusconi ha rinunciato a prendere la parola domani al Senato. Nei giorni scorsi era balenata la possibilità che ilpresidente del Consiglio tenesse un importante discorso per rilanciare la riforma della giustizia. Il premier avrebbe cancellato il discorso per far decantare le tensioni con i finiani e perchè convinto che la maggioranza possa continuare il suo cammino grazie anche al loro sostegno.Le opposizioni sono intanto divise sulle prospettive della situazione che si venuta a creare dopo il divorzio politico tra Berlusconi e Fini. Pd e l'Udc optano per l'apertura parlamentare della crisi di governo in modo da verificare se ci sono le condizioni della formazione di un "governo di responsabilità nazionale" o di un "governo tecnico" che affronti l'emergenza economica e il tema della riforma elettorale. Si sono perciò intensificati i contatti tra Pierluigi Bersani e Pier Ferdinando Casini. Diversa l'opinione di Antonio Di Pietro, Idv, e Nichi Vendola, Sinistra e libertà, che preferiscono l'ipotesi delle elezioni anticipate. "Nè crisi nè elezioni anticipate e nessun governo tecnico", è la posizione di Berlusconi ribadita in alcune interviste rilasciate ai principali quotidiani. La fine anticipata della legislatura resta comunque per il premier l'unica soluzione percorribile nel caso la maggioranza non avesse i numeri per governare, prospettiva che Berlusconi continua a escludere.Quest'ultima soluzione è condivisa dalla Lega. Umberto Bossi, intervenendo ieri alla festa del Carroccio di Arcene (Bergamo), ha precisato: "Chi ha perso le elezioni vuole un governo tecnico per bloccare il federalismo e per fare leggi che li avvantaggi, ma questa volta viaggiamo con determinazione. La Padania non starà con le mani in mano". Poi un giudizio durissimo sul sistema fiscale: "Le nostre famiglie sono schiavizzate da uno Stato delinquente che ha pensato a portare via risorse. Dovremo trovare una miscela per dare delle tasse dello Stato alle regioni".