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Firenze. Bullismo contro 13enne disabile, mamma ringrazia il coetaneo che l'ha difeso

martedì 24 ottobre 2017

"Bullismo contro mio figlio down: umiliato e deriso da tre coetanei". È la denuncia di una mamma il cui figlio è stato costretto a mangiare la merenda buttata nelle docce di un impianto sportivo alle porte di Firenze. La vittima è un ragazzo di 13 anni, affetto dalla sindrome di Down, che è stato deriso e oggetto di atti di bullismo all'interno degli spogliatoi di una società sportiva di Bagno a Ripoli. A difesa del ragazzo si è schierato un suo coetaneo, sempre 13enne che si è messo in mezzo tra lui e i bulli, intimandogli di smettere. L'episodio, avvenuto alcuni giorni fa, è stato reso pubblico dalla madre del ragazzo attraverso Facebook, social con il quale ha anche ringraziato il 13enne che si è interposto tra suo figlio e i tre bulli.

"Ci sono ancora ragazzini che non si piegano ai soprusi - scrive la mamma - che denunciano che chiedono giustizia, che mettono a repentaglio la loro tranquillità per un amico. Quel ragazzo ha dimostrato un coraggio, una correttezza, una forza che quei tre messi insieme non avranno mai". "Chissà - aggiunge la mamma del ragazzo riferendosi ai tre - se da ciò che hanno fatto potranno crescere. Lo auguro a loro e alle loro famiglie. Ma tu, figlio mio, hai tanti amici che ti vogliono bene perché sei tu, non per pietà o per fare una buona azione. Sono più gli amici che vogliono ridere con te di quelli vogliono ridere di te".

Il post della mamma è stato condiviso sul profilo Facebook del sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Casini, che ha parlato personalmente con la mamma del ragazzo. "In quello che è accaduto, credetemi, c'è qualcosa di bello e ve lo voglio raccontare, così come la sua mamma lo ha raccontato a me quando l'ho sentita per telefono per sapere cosa fosse successo - scrive il
sindaco - La cosa bella, su cui mi voglio soffermare, si chiama M. ed è il compagno del ragazzino deriso, che ha tentato di difenderlo quando alcuni ragazzi gli hanno buttato la merenda nell'acqua della doccia per poi costringerlo a mangiarla. Il suo intervento lì per lì non è riuscito a fermare le prese in giro".

"Ma il fatto che non sia rimasto indifferente di fronte a una ingiustizia, che abbia avuto il fegato di farsi avanti, di cercare di convincere i compagni a non prendersela con un amico con meno difese e poi di denunciare tutto all'insegnante è importantissimo - scrive sempre il sindaco - Lo è per lui, per i suoi coetanei e per tutti noi. Il coraggio di M. è una speranza, un seme che deve essere coltivato. Per questo sarei felice di incontrare sia lui che" la piccola vittima, "per poter stringere la mano a entrambi e ringraziarli - conclude nel post il sindaco - per averci mostrato con i fatti che il buono e le storie belle ancora esistono e dobbiamo tenerle con noi e farne tesoro".