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Brexit. Vista dall'Italia: preoccupazione per i connazionali, applausi dagli anti Ue

Redazione romana venerdì 13 dicembre 2019

Gli applausi di Lega e Fratelli d'Italia, la preoccupazione di Pd e +Europa, i distinguo di Forza Italia contenta per la sconfitta della sinistra, molto meno per l'uscita della Gran Bretagna e i possibili contraccolpi sui 700 mila italiani al di là della Manica. Il premier Giuseppe Conte rassicura: l'uscita sarà ordinata, incrementeremo le relazioni economiche e commerciali.

Per Giuseppe Conte innanzitutto i cittadini italiani in Gran Bretagna «vanno rassicurati perché abbiamo già lavorato con loro costantemente. Ci eravamo già preparati per tutelarli a pieno nella prospettiva "no deal", adesso si prospetta una Brexit ordinata». A margine dell'Eurosummit spiega che il governo italiano ha «lavorato con Barnier che è il negoziatore per l'Ue» e garantisce una «continuità molto importante per avere ottimi risultati. Lui ha recepito tutte le istanze di tutela delle nostre imprese e della nostra comunità». Il presidente del Consiglio spiega poi di avere «fatto già le congratulazioni all'amico Boris Johnson. Abbiamo un ottimo rapporto personale: ci siamo già sentiti e incontrati più volte. Siamo rimasti d'accordo che ci scambieremo presto delle visite. Sicuramente confido che potremo incrementare le relazioni economiche, commerciali e culturali tra i due Paesi», conclude.

Nella maggioranza il capo del M5s non batte ciglio sul risultato elettorale britannico che prelude all'uscita dell'Ue. «La mia forte convinzione è che il popolo ha sempre ragione», scrive in inglese su Twitter Luigi Di Maio. «L'amicizia tra l'Italia ed il Regno Unito - aggiunge - è e resterà solida. Congratulazioni a Boris Johnson per le elezioni ed i migliori auguri per il lavoro che ha davanti».

A sinistra c'è preoccupazione per l'esito elettorale e si tenta l'analisi per evitare gli errori dei laburisti. Preoccupato il segretario del Pd. «L'Italia dovrà incalzare l'Europa - dice Nicola Zingaretti - specie dopo la vittoria dei Conservatori in Gran Bretagna, resa possibile anche dalla fragilità della proposta messa in campo dalla sinistra». Per Paolo Gentiloni, commissario europeo, scrive su Twitter che «Johnson vince cavalcando l'onda di Brexit. Perde l'illusione di una sinistra nostalgica. Speranza e fiducia nell'Unione europea. Oggi più che mai».

Per Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa, «ha vinto Johnson con la sua demagogia sovranista. Ma soprattutto ha perso Corbyn: le sue ricette stataliste e protezioniste unite a una corriva ambiguità sulla Brexit non potevano convincere. Un monito: il sovranismo si sfida e si batte a viso aperto proponendo una alternativa europeista netta, non coltivando l'ambiguità (come quella a Cinque Stelle)». Il leader di Italia Viva Matteo Renzi dice che «la sinistra radicale, estremista, dura e pura è la migliore alleata della destra. Continuate pure a insultare Blair e tenetevi Corbin, alla fine così vincerà la destra più radicale»

Per Leu parla Stefano Fassina: «I collegi laburisti degli operai e delle classi medie dei servizi legati alla domanda interna, colpiti dal mercato unico europeo e dal mercato globale, vanno ai conservatori combattenti pro-Brexit, in alternativa alla sinistra rimasta cosmopolita e di fatto no-Brexit, nonostante Jeremy Corbyn. Il dramma del Labour - sostiene Fasina - è il dramma di tutte le sinistre europee e dei democratici Usa: sono prevalentemente espressione di classi sociali istruite, benestanti, in grado di stare dentro i flussi globali, concentrate sui diritti civili. Hanno interessi materiali radicalmente diversi dalle fasce di popolo che la sinistra dovrebbe tornare a rappresentare».

Bifronte la posizione di Forza Italia. Per Maria Stella Gelmini, capogruppo alla Camera, «Boris Johnson, leader conservatore, ha stravinto e siamo soddisfatti per il suo successo, anche perché i laburisti guidati da Jeremy Corbyn hanno incassato una pesantissima sconfitta». Ma subito precisa: «Non condividiamo la Brexit - per noi è un errore uscire dall'Ue - ma i cittadini britannici si sono espressi in modo chiaro e la loro decisione è il frutto avvelenato degli errori dell'Ue. Forza Italia è convintamente
europeista, e proprio per questo dice che questa Europa, ancor di più dopo il voto in Gran Bretagna, deve cambiare radicalmente: deve tornare ad essere una speranza di crescita e sviluppo per i popoli. L'Unione europea va difesa, ma soprattutto rilanciata: altrimenti rischia l'implosione».

Applausi per il voto antieuropeista da destra. Esulta Matteo Salvini: «Go Boris Go! Sinistra sconfitta anche in Gran Bretagna!» è il suo tweet. Poi il leader della Lega aggiunge: «la coerenza e la chiarezza pagano. Johnson ha detto agli inglesi cosa voleva proporre, un taglio delle tasse, mentre la sinistra voleva onnipresenza dello Stato e più tasse. È come adesso in Italia, con la differenza che in Gran Bretagna hanno avuto la fortuna di votare, mentre in Italia siamo ostaggio di una minoranza. Sono convinto che, se si votasse, anche qui finirebbe come in Gran Bretagna». E da Fdi Giorgia Meloni aggiunge: «Negli anni '70 il Regno Unito entrava nella Cee perché pensava non ci fosse futuro fuori dall'Europa, ohhi esce perché pensa non ci sia futuro in Europa. Nons arebbe il caso di chiedersi cosa ha sbagliato la Ue?». «Il trionfo di Boris Johnson e dei Tory rifila l'ennesimo sonoro ceffone alla sinistra europea e consente finalmente di realizzare la volontà del popolo britannico. A lui vanno le congratulazioni di Fratelli d'Italia», dichiarano il co-presidente del gruppo Ecr Raffaele Fitto e il capodelegazione di FdI al Parlamento europeo Carlo Fidanza. «Ora il nostro compito di patrioti è quello di difendere i nostri interessi nazionali, quelli dei nostri concittadini e delle nostre imprese».