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Milano. Bimbo "piuma" (1,1 Kg) salvato da operazione al cuore a Niguarda

Sofia Rossi mercoledì 31 marzo 2021

Un neonato prematuro

È nato leggero come una piuma e con un’anomalia cardiaca congenita ma l’equipe medica dell’ospedale Niguarda di Milano lo ha operato con una tecnica che ha permesso di evitare un intervento a torace aperto, salvandogli la vita. L’operazione, la prima eseguita con questa tecnica innovativa su un neonato che pesava solo 1 chilo e 100 grammi, è stata eseguita dai cardiologi pediatrici dell'ospedale Niguarda in collaborazione con la terapia intensiva neonatale del Policlinico, dove il piccolo è tuttora in cura.

Per il Niguarda non era però la prima volta. Nel 2019 il nosocomio milanese è stato il primo centro italiano ad introdurre questa nuova metodica, utilizzata solo in pochi ospedali nel mondo ed eseguita nelle sale di emodinamica da un team multidisciplinare composto da cardiologi pediatrici, anestesisti, tecnici di radiologia, neonatologi e infermieri. Da allora sono stati trattati 8 neonati provenienti anche da altre terapie intensive neonatali lombarde e affetti da questa anomalia congenita.

«Durante la vita fetale esiste un 'tubicino', il dottor di Botallo appunto che, mettendo in comunicazione l'arteria polmonare con l'aorta, ottimizza la circolazione fetale – ha spiegato Giuseppe Annoni, cardiologo pediatrico di Niguarda -. Dopo la nascita il dotto normalmente si chiude ma se questo non avviene possono insorgere complicazioni cardiache>. La chiusura percutanea del dotto di Botallo è avvenuta in questo caso con un intervento cardiochirurgico portato a termine grazie ad un catetere sottilissimo, largo quanto uno spaghetto, inserito con una puntura dalla vena femorale e arrivato fino all’aorta. Una volta in sede, dal catetere è stato rilasciato un dispositivo auto-espandibile che è andato a tappare il dotto arterioso aperto.

“La metodica con catetere transcutaneo è molto meno invasiva e molto meglio tollerata da questi neonati molto piccoli e altamente instabili”, ha aggiunto Stefano Martinelli, direttore della terapia intensiva neonatale di Niguarda, spiegando che alla base della buona riuscita dell’intervento c’è stata una grande sinergia tra i centri coinvolti.

Dopo l’intervento, che non ha presentato criticità, il bimbo è tornato alla terapia intensiva neonatale del Policlinico di Milano per proseguire le sue cure. "Il bimbo ora sta bene – ha concluso Fabio Mosca, direttore della terapia intensiva neonatale del Policlinico -. Anche se lo attende ancora un lungo percorso, possiamo senz'altro dire che il peggio è passato".