Si chiude con uno straordinario bilancio il progetto “
Salvamamme Kit Care. Quando il necessario è indispensabile”, finanziato dalla
Regione Lazio con le risorse del
Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali che ha avuto l’obiettivo di
fornire alle persone in difficoltà segnalate dalle strutture ospedaliere, dai centri di ricovero e dalla rete di servizi pubblici e privati, ricoverate o in dimissione,
beni di prima necessità e servizi. Complessivamente
1195 i kit consegnati. 184 Kit Care per le
persone anziane,
435 “
Cicogna e Bimbi”,
244 per le donne vittime di violenza,
176 “Back Home” per una
dignitosa dimissione e un rientro a casa in sicurezza,
154 “
Ucraina” per i rifugiati... Tutti i casi sono stati segnalati dall’importante rete di
associazioni collegate al progetto: in particolare
il 70% delle richieste arrivano da
aziende ospedaliere e dagli
enti pubblici (Umberto I, San Camillo, Sandro Pertini, Fatebenefratelli, Sant’Eugenio, Bambin Gesù ed altri). Sono stati donati oltre
100.000 euro di beni durante i
12 mesi di progetto, iniziato il 15 gennaio 2022.“
Siamo andati ben oltre i numeri che ci eravamo prefissi, ma sempre attenti a rispondere in modo empatico e concreto alle persone che spesso hanno vissuto il momento più difficile della propria vita. Perché la malattia rende fragili” - dichiara
Grazia Passeri, Presidente del Salvamamme, che sottolinea
– “non possiamo che ringraziare Giovanna Guercio, presidente nazionale delle Soroptimist, Fulvia Mazzuoli, presidente del club Roma Tre e la past president, Paola Boni, presenti con il loro service e che, anche a progetto concluso, continueranno a sostenere le cure di tre dei bambini che hanno situazioni gravissime” Un progetto che racconta centinaia di vite,
centinaia di storie, come quella di
Amina, perseguitata dal compagno, avanti nella gravidanza, è in fuga, travestita da uomo e arriva all’associazione dal Fatebenefratelli. Non ha niente, solo il suo terrore. Le portiamo il kit, ma oltre quello per lei anche una carrozzina, il corredino e tanto altro. E poi
Zia Tina, la vecchietta delle favole che spesso invia video commuoventi, le viene consegnato il kit in una giornata di agosto al Sant’Andrea, “
si muore di caldo” e lei ha un’allergia tremenda a tutto ciò che non sia mussola e cotone leggero. Commuovente la sua felicità di ricevere camicie da notte impalpabili e tanto altro.C'è anche il
piccolo bimbo con mille patologie arrivato in associazione in braccio alle sorelline dopo che la sua mamma è morta di parto. Oltre al kit ha bisogno di un passeggino posturale estremamente costoso. Viene attivata subito una catena di solidarietà che nel momento delle sue dimissioni dal Bambin Gesù gli fa trovare questo indispensabile supporto.
Tra le tante ucraine nel cuore dell’associazione e di tutti i suoi volontari rimane
Eugenia, che arriva a Roma perché lì non si può più curare il suo cancro avanzato. Le viene preparato tutto il necessario, tradotta la cartella clinica mentre è in viaggio, e in tempo reale viene accolta a braccia aperte dall’Umberto I e dal prof.
Enrico Cortesi che la prende immediatamente in cura.Da ricordare infine le
assistenti sociali del Sant’Eugenio, che chiedono enormi kit per i senza fissa dimora prima delle dimissioni perché gli stracci con cui sono entrati sono stati gettati in quanto antigenici.