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POLITICA. Berlusconi: confronto tv con Bersani Il Pd: prima Pdl indichi candidato premier

Annalisa Guglielmino sabato 12 gennaio 2013

Campagna elettorale no stop - a ogni ora c'è un intervento su tv e radio - per i leader dei maggiori schieramenti. In mattinata, un Silvio Berlusconi che si dice «convinto di vincere» - «Come nel '94 con Occhetto» o come nel 2006, «eravamo indietro e recuperammo» - ha anticipato che «il 50% dei candidati del Pdl saranno protagonisti del lavoro», ovvero «imprenditori, manager e professionisti». e tutti sottoscriveranno un «patto» entrando in lista «che li obbligherà a dimezzare i propri emolumenti e restare in servizio per il Paese per un massimo di due legislature». E sull'ipotesi di aperture, sulle riforme, a Monti e Bersani, dopo il voto, ha precisato: «Se gli altri partiti sono d'accordo con riforme per rendere più governabile il Paese, assolutamente sì». Una battuta riservata alle altre forze politiche è invece stata: «I piccoli partiti sono la iattura del nostro sistema».Dai vertici del Pd, dopo la sfida tv lanciata dal Cavaliere a Bersani , è invece arrivata la domanda ironica «Berlusconi è il candidato premier del centrodestra? Bersani farà il confronto tv solo con i candidati premier», alludendo al fatto che nel centrodestra non sia chiaro chi sarà il candidato a palazzo Chigi. Dal sito internet del Pd, Pier Luigi Bersani ha annunciato per giovedì, prima della presentazione delle liste, l'apertura della campagna elettorale. «Lo faremo a Roma nell'incontro con i giovani che votano per la prima volta alle elezioni politiche - annuncia il candidato premier del centrosinistra - Faremo in modo che nelle prossime settimane la campagna elettorale non sia fatta di politicismi o di cabaret, come si è visto largamente fin qui. Insieme a ragazzi e ragazze diremo chiaramente e concretamente in quale Italia vogliamo vivere nel futuro».

Intervento a tutto campo anche quello di Mario Monti a Orvieto, all'Assemblea dei liberal del Pd. «Qualunque sia l'esito delle prossime elezioni si faciliti la cooperazione tra i punti riformisti che esistono più o meno in tutti i partiti». Ha detto il premier uscente. «È un errore - ha aggiunto - l'atteggiamento di chi pensa che la politica europea debba somigliare di più alla politica nazionale: Dio ce ne scampi. C'è una crescenteinadeguatezza degli schemi politici classici, compreso il riferimento all'asse destra-sinistra».