Attualità

Ambiente. Tremiti, la beffa delle trivelle

lunedì 11 gennaio 2016
​Il ministero dello Sviluppo economico autorizza con decreto le ricerche petrolifere al largo delle Isole Tremiti per poco meno di duemila euro all'anno e la spaccatura tra governo da una parte e Regioni ed enti locali dall'altra si fa sempre più ampia. La reazione del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, è durissima. "Le Regioni proponenti i referendum non devono fare passi indietro. Dovranno elevare subito conflitto di attribuzione nei confronti dello Stato davanti alla Corte Costituzionale", perché nella sostanza il popolo è stato "scippato" della possibilità di "decidere se e dove sia possibile trivellare a fini di ricerca petrolifera". Per Emiliano bisogna subito iniziare la campagna referendaria perché "trivellare il nostro mare è una vergogna e una follia". Poi ancora un attacco al governo, colpevole di aver agito di nascoto proprio il giorno prima di annunciare (con un emendamento alal legge di stabilità) l'introduzione di reato ambientale anche per le trivellazioni, vietando quelle entro 12 miglia dalla costa. "E' incredibile che il governo non abbia pubblicamente spiegato la decisione di rilasciare le autorizzazioni al largo delle Tremiti" dice Emiliano. Commento ironico e amaro quello del sindaco delle isole pugliesi, tra le mete turistiche più ambite. "Di fronte a questa somma (poco meno di duemila euro all'anno, ndr), cosa vuole che dica? Se serve a risanare il bilancio dello Stato, ben venga" dice al telefono il primo cittadino, Antonio Fentini, che ha ricevuto tre giorni fa la comunicazione dal Mise. Il decreto di autorizzazione ha fatto alzare i toni politici, con Angelo Bonelli, della Federazione dei Verdi, che lo ha tirato fuori dall'incognito. Il provvedimento, riferisce Bonelli, reca il numero 176 ed è del 22 dicembre 2015, cioè dopo la presentazione dei quesiti referendari sulle trivellazioni da parte di una decina di Regioni, tra cui la Puglia, e prima della decisione della Cassazione che ha di fatto bocciato cinque dei sei quesiti referendari. L'autorizzazione del Mise è rilasciata alla società Petroceltic Italia, riguarda "una superficie di 373,70 chilometri quadrati e un'area dalla ricca biodiversità marina - riferisce Bonelli - e verranno utilizzate le tecniche più devastanti, come l'air gun, per le ricerche di idrocarburi". La Petroceltic Italia pagherà allo Stato italiano "la cifra di euro 5,16 per chilometro quadrato, per un totale di 1.928,292 euro l'anno". Secondo l'esponente dei Verdi altri permessi sarebbero in corso di autorizzazione al largo di Pantelleria e nel golfo di Taranto. Ma basta già quello rilasciato per le acque delle Tremiti a rendere il confronto politico incandescente.