Attualità

Adolescenti. Baby gang ancora in azione. Di nuovo a Napoli e Torino

Redazione Internet lunedì 15 gennaio 2018

Insulti e poi un pugno in faccia: un altro minore è stato aggredito a Napoli. Ieri sera, verso le 21.30, davanti alla stazione della metropolitana 'Policlinico' un sedicenne ha riferito di essere stato avvicinato da un gruppo di ragazzi, di età compresa tra i 16 e i 18 anni, che non conosceva. Prima hanno iniziato ad insultarlo, poi lo hanno colpito al volto con un pugno rompendogli il naso. Il minorenne è andato a casa e poi con i genitori si è recato all'ospedale Vecchio Pellegrini dove gli è stata refertata una prognosi di 30 giorni. Il ragazzo ha rifiutato il ricovero. La Polizia di Stato, che non è intervenuta sul posto ma è stata allertata in ospedale, sta accertando i fatti.
Solo ieri si era registrata un'altra un'aggressione ai danni di due studenti nel napoletano da parte di una baby gang a Pomigliano D'Arco. In dieci, armati di catena per rapinare uno smartphone hanno picchiato due studenti di 14 e 15 anni. Le vittime hanno identificato due dei presunti aggressori, un 15enne e un 13enne.

Aggrediti, picchiati e rapinati da una dozzina di ragazzi in pieno centro, anche a Torino. L’ultimo episodio, su cui indaga ora la polizia, nella notte tra sabato e domenica in piazzale Valdo Fusi. "Parlavano italiano, ma sembravano marocchini. Erano tutti ben vestiti, hanno agito con lucidità", hanno denunciato le vittime dell’aggressione, quattro giovani torinesi derubati di tutto, persino delle giacche a vento. Gli investigatori della Questura sono già al lavoro per identificare il branco, anche attraverso le immagini delle telecamere di sicurezza. La banda, come anticipato dalle pagine locali di alcuni quotidiani, potrebbe essere la stessa a cui appartiene un diciassettenne che, venerdì scorso, ha puntato una pistola giocattolo contro la polizia. E’ dei giorni scorsi anche la notizia della baby gang, interamente composta da italiani, che agiva al centro commerciale Le Gru, smantellata dai carabinieri che hanno denunciato quattro giovani per l’aggressione ad una madre perché bestemmiavano ad alta voce.

Proseguono intanto le indagini sul pestaggio del 15enne a Chiaiano mentre la madre del 17enne ferito alla gola lo scorso 18 dicembre a Napoli lancia un movimento civico "di madri ferite" e lancia un appello a quelle degli aggressori per aiutare i ragazzi.

Domani a Napoli vertice in Prefettura sui recenti episodi di violenza giovanile dalle ore 15 si terrà una riunione del Comitato Provinciale Ordine e Sicurezza pubblica alla presenza del Ministro dell'Interno Marco Minniti e dei vertici nazionali delle forze dell'ordine. Parteciperanno anche il procuratore distrettuale di Napoli e i vertici della magistratura minorile.


Oggi, intanto, torna a scuola Arturo, il 17enne accoltellato una settimana prima di Natale. "Bentornato Arturo", dice un grande striscione che i suoi amici hanno affisso all'ingresso. Sorride e ad accompagnarlo c'è la mamma, Maria Luisa Iavarone, che dal giorno dell'aggressione, non ha smesso un attimo di chiedere giustizia e il coinvolgimento di tutti per fermare la violenza di cui è stato vittima. Il ragazzo è imbarazzato quando varca il portone ingresso della sua scuola. "Sono imbarazzato perché non mi aspettavo tanti giornalisti al mio ritorno a scuola, questa accoglienza dei miei compagni - dice al suo arrivo - ora mi aspettano i professori, più i che miei compagni. Sono emozionato, ciò che mi è mancato è stato anche questo portone - afferma - vorrei fare presto, ho lezione. So - ha continuato il diciassettenne - che ci sono stati anche altri ragazzi, penso di essere solo uno di una lunga serie e purtroppo ce ne saranno altri ancora. A quelli che vengono aggrediti - afferma - dico 'appena potete cercate di buttarvi tutto alle spalle, dimenticare'. Io ci sono riuscito - sottolinea - anche se ogni tanto ritorna quello che ho vissuto. Mi ha aiutato mia mamma,la mia famiglia mi é stata vicino, mi sono anche sforzato da solo di superare la situazione - aggiunge -. I miei compagni mi hanno invitato a resistere, sapevano che il peggio era passato".