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Lotta al gioco patologico. Azzardo: slitta intesa Governo-enti locali

Antonio Maria Mira giovedì 2 febbraio 2017

(Foto Ansa d'archivio)

Slitta alla prossima settimana la firma dell’intesa tra governo, regioni e enti locali sul riordino del settore dell’azzardo. «Ma siamo davvero arrivati all’ultimo miglio», spiega soddisfatto il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro. Il rinvio è stato, infatti, deciso al termine delle due riunioni nelle quali sono emerse le ultime perplessità degli amministratori locali sulla bozza presentata dal governo, in particolare quelle relative ai poteri dei sindaci sulle distanze della sale gioco dai luoghi sensibili. Ma i sindaci incassano una fortissima riduzione delle macchinette e delle stesse sale, meno 30% e meno 50%. Ora c’è una settimana di tempo per le ultime correzioni sulle quali i primi cittadini non intendono però mollare.


«Il governo, come ho sempre dichiarato, non farà mai un provvedimento di riordino del settore giochi senza il coinvolgimento degli enti locali» assicura il sottosegretario all’Economia, con delega ai giochi, Pier Paolo Baretta. «Sono fiducioso che il rinvio richiesto servirà agli approfondimenti conclusivi. L’obiettivo di tutti – continua Baretta – resta l’intesa, perché la riforma è necessaria e urgente. Il valore della proposta sta nella riduzione evidente e misurabile dell’offerta di gioco e di un’equilibrata distribuzione sul territorio (-30% parco macchine e -50% punti gioco). Ciò comporta un impatto positivo soprattutto nel contrasto e nella lotta al gioco d’azzardo patologico». Dal sottosegretario anche un’ammissione. «Dobbiamo riconoscere un ritardo da parte dello Stato nel controllo del "gioco". C’è stata una crescita eccessiva e così abbiamo deciso di invertire la tendenza. Il comparto garantisce allo Stato 9 miliardi di entrate ma il gioco non vale la candela se si considera il tema dell’emergenza sociale».


Soddisfatto, come detto il presidente dell’Anci che spiega i punti dell’accordo. «Abbiamo ottenuto la riduzione del 30% l’anno delle macchinette e una contrazione del 50% delle sale giochi che vengono distinte in due categorie, A e B. Per entrambe abbiamo limitato a 8 ore il tempo di attività, tenendo conto che le fasce orarie vengono decise dai comuni. Tutto questo per contrastare il fenomeno patologico del gioco d’azzardo». Rimane nelle mani dei sindaci la possibilità di regolare le distanze per i giochi di categoria B. Per la categoria A, nella proposta del governo, si prevede la presenza di un sistema di videosorveglianza, personale che deve fare una serie di accertamenti, messaggi che sconsigliano utilizzo del gioco, il riconoscimento anagrafico delle persone che entrano nelle sale gioco, comunicazioni alla questura. Ma viene esclusa la distanza minima dei luoghi sensibili.

Su questo l’accordo ancora non c’è. «Chiediamo – spiega infatti Decaro – di tenere una distanza minima, anche per le sale di tipo A, da concordare nei prossimi giorni. È l’unico punto rimasto per noi ancora in sospeso per chiudere l'accordo. Noi diciamo – prosegue – bene la rottamazione delle macchinette, benissimo la riduzione delle sale giochi, bene l’individuazione delle sale di categoria A che sono una garanzia per la comunità, bene che i sindaci abbiano la possibilità di individuare le fasce orarie, bene le fasce orarie. Vorremmo un limite di distanza anche per le sale di tipo A, questo è l'elemento più sensibile secondo i sindaci».
Oltre ai sindaci a puntare i piedi sono state le regioni che hanno già legiferato in materia, con norme molto severe. Il governatore della Puglia, Michele Emiliano era stato molto chiaro. «Vogliamo delle modifiche al testo su punti importanti, altrimenti l’intesa rischia di saltare».

«La pausa di riflessione è giusta e opportuna», dice Viviana Beccalossi, assessore al Territorio della Lombardia, delegata in materia di contrasto alla ludopatia, aggiungendo che la Regione «non condivide la proposta del Governo che, di fatto, andrebbe ad annullare tutti i risultati ottenuti grazie alla costante e forte collaborazione con i Comuni della nostra regione».