Attualità

Il direttore risponde. Azzardo, non ci si può arrendere

Marco Tarquinio venerdì 21 dicembre 2012
Caro direttore,
bravo, bravo, bravo! Peccato che la sua voce sia isolata nel gridare "vergogna" di fronte al dilagare della logica del malaffare. Mille sale da gioco d’azzardo... è proprio quello di cui l’Italia aveva bisogno! Facciamo i nomi dei parlamentari e dei partiti che si vendono per proporre questi modelli di società. A guardare il miserabile ricavo per lo Stato, a opera dei biscazzieri, c’è da chiedersi di cosa sia capace questo governo tecnico. Ma vorrei andare al di là delle sue parole: questo vergognoso episodio è l’ultimo tassello di una strategia che ha imposto il primato del denaro, del consumismo come modello positivo, della produzione non finalizzata al benessere delle persone ma alla distruzione delle risorse. Produrre per produrre, far crescere il Pil anche se questo degrada la qualità di vita delle persone e del pianeta e arricchisce solo il 5% della popolazione... tutto questo non ha nulla a che fare né con i valori di cui il cristianesimo è portatore, né con gli ideali, oggi quasi scomparsi, di culture, filosofie che si sono storicamente battute per difendere le condizioni di vita dell’uomo, anche in questa Terra. Chi come me si trova nelle condizioni di non credere a un’altra vita, noi che qualche volta veniamo dai cattolici chiamati "materialisti", vorremmo confrontarci proprio con i "portatori sani" della religiosità cristiana, per cercare assieme i valori, le strategie teoriche da cui far discendere condizioni anche materiali, modelli di società, compatibili con la dignità delle persone, di quelle persone fisiche della cui corporalità Cristo ha voluto assumere le fattezze.
Alessandro Tessari
Egregio direttore,
in merito all’editoriale titolato "Vergogna" (Avvenire del 19 dicembre), sulle sale da Poker live userò le parole del senatore Legnini: dov’era lei direttore quando hanno votato quelle leggi nel 2011; dov’era quando nel 2009 il governo Berlusconi con la scusa del terremoto ha varato una legge per installare 57 mila videolottery, a 10 euro a partita e col jackpot (a rischio di riciclaggio) in migliaia di sale concesse dalle Questure e a cui i sindaci non possono opporsi? Sono un operatore di New Slot che vanno a un euro, massima vincita 100 euro. Certo, la gente si potrebbe rovinare anche con le nostre macchinette; sono pure contingentate (anche se con l’ultima modifica i Monopoli, forse per ascoltare i tabaccai e alcune concessionarie, hanno allargato le maglie). Ma allora di fronte ai 20 euro a grattino o alle decine di euro nelle videolottery o ai casinò online, cosa dire? Se la colpa si misura dal prezzo, con 1 euro a partita con sottomultipli da 25 centesimi, mi sento ampiamente innocente. Qui dovrebbero vergognarsi certi demagoghi, pressappochisti e ignoranti. Neppure io vorrei le mille sale, non per la concorrenza, ma per quanto detto sul riciclaggio, ecc. So che non la pubblicherà, ma pazienza.
R. Illica, operatore del gioco e cattolico praticante

Caro direttore,
vorrei far sapere al senatore Pichetto Fratin e alla senatrice Bonfrisco che, da cittadino e da simpatizzante di destra, esprimo tutto il mio dispiacere per quanto hanno operato a favore del gioco d’azzardo. Mi propongo di far propaganda contro il Pdl presso parenti e amici. Un partito conservatore che invece di preservare intatti i costumi si sta impegnando a distruggerli, ecco a che punto siamo. Per esperienza posso dirci che il gioco ha distrutto milioni di famiglie nel corso degli ultimi dieci anni. Peraltro le grandi società che lo gestiscono hanno spesso sedi in Lussemburgo e di lì alle British Virgin Islands o in altri piacevoli paradisi fiscali. Infine il Preu (Prelievo erariale unico) specie sulle Vlt (Video Lottery Terminal) è bassissimo, e lo Stato ci perde più di quanto apparentemente guadagni. Da cattolico infine mi permetto di ricordare ai due senatori che il Signore li giudicherà anche su questo. Da cittadino mi auguro e auguro all’Italia che alle prossime elezioni tutti i sostenitori delle lobby del gioco d’azzardo non vengano eletti.
C.C.

Caro direttore,
siete l’unico mezzo di informazione che ha avuto il coraggio di gridare forte e chiaro lo scandalo dell’azzardo. Ma il titolo del 19 dicembre non ci sta: Il blitz non l’hanno fatto le lobby, ma il Parlamento, il Governo. Bene il suo editoriale: "Vergogna". L’unica parola che si meritano. Faccia vedere ai lettori la pubblicità dei gestori delle sale giochi (allegati manifesto e volantino). Ricordi che i giornali locali, comprati a colpi di pubblicità, nascondono le violazioni dell’azzardo e promuovono con articoli in cronaca le iniziative delle sale giochi. Nelle pagine Internet che consultano i miei figli per le ricerche di scuola spunta ovunque Lottomatica, e simili mostri mangia cervelli. Scopro che il presidente della principale lobby dell’azzardo è un ex ministro. Ma su quale Costituzione ha giurato? Se un cattolico convinto, praticante ed entusiasta come me si è schierato con Grillo è perché noi, la base, genitori (4 figli minori con 294 euro all’anno di assegni familiari!), cittadini, non ci sentiamo più parte di questo sistema da schifo, con "rappresentanti" di schifo.
Renato Garibaldi

L’ormai lunghissima battaglia di "Avvenire" contro il dilagare del gioco d’azzardo è fondata solo su dati di realtà e per questo trova sempre più eco e riesce a coinvolgere sempre più persone. Queste lettere ne sono una conferma. Tanto quanto certe altre reazioni (o emblematiche disattenzioni). Ovvio che chi non conosce questo nostro costante impegno d’informazione può persino permettersi di chiedere a me e ai miei colleghi «dov’eravate quando...». Beh, eravamo al nostro posto di lavoro: scrivendo, segnalando, denunciando e dando voce a quanti da anni tengono aperto il fronte di Azzardopoli, a cominciare dalle Fondazioni antiusura e da tante altre associazioni ecclesiali e di cittadini. Uomini e donne anche di diverso sentire, ma di identica coscienza civile. E il professor Tessari – che ringrazio per il generoso sostegno – me lo dimostra ancora una volta. Insomma, non ci siamo svegliati di colpo, scoprendo la luna... C’eravamo e ci siamo. E non da «proibizionisti», come borbotta qualcuno (ma per noi, sia chiaro, non è un insulto), piuttosto da persone che credono alle regole e ai giusti limiti e che non sopportano di vedere le une e gli altri piegati o cancellati a vantaggio di potenti sempre più prepotenti. Non penso che il signor Illica «operatore del gioco» sia tra costoro, ma vorrei dirgli che non capisco perché un uomo con valori veri e sguardo serio come i suoi non dia un calcio alle «macchinette» e si dedichi ad altro. Vedo però che pure lui punta l’indice contro il diluvio di trappole succhiasoldi scatenato in questi anni sugli italiani. E vedo che pensa, come noi, che le «mille sale da poker» che si progetta di aprire nelle nostre città siano una follia utile per spennare sprovveduti e ripulire soldi sporchi. Bene: diciamolo forte, diciamolo in tanti. E molto bene che il governo, ieri sera, abbia fatto sapere a Parlamento e opinione pubblica di voler bloccare la corsa alle nuove bische. Ma se lo stop è giusto e opportuno, la cancellazione totale di quel deleterio programma è necessaria. Quanto al dare a ciascuno il suo – e qui mi rivolgo al signor Garibaldi e al signor C. – è esattamente quello che anche noi cerchiamo di fare. E mi pare di essere stato piuttosto chiaro in proposito, anche nell’ultimo editoriale che ho dedicato a questa storia purtroppo infinita. Capisco, dunque, e condivido l’insofferenza – cito me stesso – per i politici (e i funzionari pubblici) «che spalleggiano i signori di Azzardopoli». Ma bisogna pur dire che «non tutti sono uguali». Perché questa è la verità: Parlamentari di centrodestra, di centro e di centrosinistra che si battono con lucidità e senza esitazioni contro l’esplosione di giochi d’azzardo, slot, tavoli virtuali e ossessive lotterie ci sono, eccome: Lauro, Baio, Bobba, Binetti... e più di altri cento. Troppo pochi, sinora, per impedire certe derive. E questo è il problema (e se Grillo lo vede, ne sono contento anche se non è il solo né il più solerte nel segnalarlo). Troppi per esser fatti passare per un’illusione ottica. E meno male. Io dico a tutti e a ognuno di non arrendersi.