Attualità

Il dibattito. Comunità e volontari: no alla droga libera

Umberto Folena sabato 11 gennaio 2014
Chi la cannabis, e ogni altra droga, la conosce bene direttamente, perché da oltre 30 anni ha a che fare con le sue vittime, è del tutto contrario a ogni ipotesi di legalizzazione. Comunità terapeutiche e associazioni di volontariato hanno fatto sapere oggi il loro pensiero con due interventi inequivocabili, di un cartello di dieci soggetti (Ceis don Picchi di Roma, Comunità Incontro, Exodus, Casa del Giovane di Pavia, Gruppo Valdinievole, Società cooperativa Papa Giovanni XXIII, Comunità d’accoglienza Agape, Comunità di San Patrignano, Comunità Promozione Umana e Comunità Mondo Nuovo) e di don Mimmo Battaglia, presidente della Fict (Federazione italiana comunità terapeutiche). Il drammatico tema della droga, per le comunità, è stato trattato da «alcuni esponenti politici ancora una volta con disarmante leggerezza, pressappochismo e mancanza di competenza», senza curarsi delle «conseguenze deleterie» per i giovani e le loro famiglie. «Dal nostro punto di vista, che è quello degli educatori ­ scrivono ­ assistiamo sbigottiti a queste continue prese di posizione dettate spesso più da orientamenti ideologici che da evidenze scientifiche, che calpestano senza troppe difficoltà i principi educativi elementari e che mettono in discussione i capisaldi della nostra società». Don Battaglia gli fa eco: «Non è la canna libera, o meglio controllata, che può salvarci oggi, ma la ricostruzione lenta e faticosa di un sistema autentico di valori che abbiamo smarrito… O forse, anziché far rinascere un moto di sano conflitto, preferiamo mantenere calme le acque di questa palude, anestetizzare le menti, tranquillizzare per tranquillizzarci, magari fumandoci su?». Per nessuno il carcere è la soluzione. Le comunità stesse propongono invece «percorsi di recupero e di reinserimento sociale». Di fondo, rimane l’equivoco legato alla parola libertà: «Siamo sicuri che la marijuana libera sia un’espressione di libertà e progresso? E che la libertà di drogarsi sia un diritto civile?».​