Attualità

Il caso. Decreto Salva Roma, via libera dal Cdm

giovedì 27 febbraio 2014

Un nuovo decreto "Salva Roma" è stato approvato dal Consiglio dei ministri di stamattina. Un "decreto legge enti locali" per mettere in sicurezza il bilancio della Capitale. Il Consiglio dei ministri "ha fatto nuovi provvedimenti per gli enti locali in difficoltà finanziaria, che aiutano a risolvere problemi finanziari e che andranno a sanare alcune delle situazioni più gravi" ha riferito il sottosegretario Graziano Delrio in una conferenza stampa seguita al cdm. È stata affrontata anche "la questione di Roma. La somma trasferita tra il commissario e il Comune di Roma resta uguale, ma le modalità sono differenti", ha spiegato, "sono somme dovute al commissario che vengono anticipate invece che diluite per fare massa critica". "Penso che se oggi arriverà il decreto sarà una bellissima notizia, a mio giudizio, per l'Italia, perché non si tratta di regalare qualcosa a Roma, ma di essere orgogliosi di poter avere una grande capitale" ha detto il govenatore Nicola Zingaretti (Pd) prima dell'approvazione. Critica la Lega che teme che il decreto possa creare "un pericoloso precedente" e fa appello al buon senso del neo presidente Renzi affinché metta la parola fine "all'assistenzialismo delle cicale e inizi una seria politica meritocratica nel rispetto di tutte quelle formiche che per la maggior parte abitano al Nord" ha detto il deputato della Lega Nord Guido Guidesi. Indignato il goventaore del Veneto Luca Zaia che accusa Renzi di essersi inchinato agli spreconi romani. "Marino dice che bisogna restituire i soldi ai romani, se l'equazione è corretta allora bisogna contestualmente resituire ai veneti 21 miliardi ei dsaldo fiscale attivo che ogni anno lasciano a Roma". Preferisce non fare polemiche con Roma il primo cittadino di Milano Giuliano Pisapia che spiega comunque che "Milano ce l'ha fatta da sola" e chiede almeno che vengano garantiti gli investimenti per l'Expo (25 milioni sono previsti già nel decreto salva Roma) e che ci sia la deroga al patto di stabilità. I tecnici hanno lavorato tutta la giornata di ieri per mettere a punto una soluzione che eviti una reiterazione tout court del vecchio provvedimento, ma garantisca al contempo i conti del Campidoglio e i servizi ai cittadini. Che, secondo l'allarme lanciato in mattinata dal sindaco Ignazio Marino, sarebbero altrimenti ad alto rischio. «Io da domenica - aveva annunciato di buon'ora Marino - blocco la città». Un ultimatum che Palazzo Chigi ha fatto sapere di non aver apprezzato e i cui toni successivamente sono stati smussati dallo stesso sindaco, che ha espresso «fiducia» in Renzi. «Le motivazioni di Marino erano comprensibili - spiega infatti in serata lo stesso presidente del Consiglio - il tono no». Il governo - è stata la replica arrivata da Palazzo Chigi - sta lavorando per risolvere con urgenza un problema creato da altri. Ragion per cui i toni utilizzati da Marino avrebbero irritato la presidenza del Consiglio e sempre in mattinata vi sarebbe stata una telefonata tra lo stesso premier e il sindaco definita "energica". Polemica, quella del numero uno del Campidoglio che non ha convinto anche parte del Pd capitolino, che ieri insieme ad alcuni deputati Dem si è riunito nella sede della federazione romana. La conversazione con il premier è stata da «sindaco a sindaco» è la versione di Marino, che nel corso della giornata conferma anche l'arrivo di nuove norme. Niente asili nido chiusi, niente autobus fermi, niente dipendenti a spasso, niente vendita delle grandi aziende municipalizzate, così come paventato dunque in un primo momento: i romani nei prossimi giorni continueranno a vivere come sempre. D'altro canto il sindaco spiega che l'eventuale blocco non sarebbe una scelta ma una conseguenza della mancanza delle risorse stanziate dal provvedimento approvato dal governo Letta ma ritirato ieri dal nuovo Esecutivo a causa dell'annunciato ostruzionismo di M5S e Lega.

Il sindaco ieri ha espresso soddisfazione per l'approvazione del decreto e ha ribadito che con Renzi non c'è nessun problema. "Non c'è stato alcun attacco a Renzi, solo una difesa orgogliosa dei romani. Roma ha il diritto di avere un gettito in più come le altre capitali del mondo. Voglio essere orgoglioso della nostra città".