Attualità

Associazioni pakistane in Italia. «Roma ci aiuti, no alla legge sulla basfemia»

mercoledì 16 aprile 2014
Un appello al governo italiano perchè si adoperi per l'abolizione della legge sulla blasfemia in vigore in Pakistan, spesso usata in modo pretestuoso contro musulmani "non allineati" e credenti di altre religioni, a cominciare dai cristiani. A lanciarlo è la Federazione delle associazioni pakistane in Italia: Adan Farhaj Bakhsh, presidente della Federazione, in un messaggio inviato all'agenzia Fides, chiede al governo italiano “di attivarsi presso il governo pakistano e chiedere l'abrogazione della legge sulla blasfemia in Pakistan”. L’appello è stato raccolto, con una mozione approvata all’unanimità, dal Consiglio regionale delle Marche. “La denuncia del presidente della Federazione, che ha chiesto il nostro sostegno, è chiara. Questa legge prevede la pena di morte per chi manca di rispetto al profeta Maometto, ed è spesso utilizzata per vendette e scopi privati, abbattendosi in particolare contro le minoranze religiose in Pakistan”, afferma la mozione, inviata a Fides. Il testo approvato prosegue: “La libertà di parola e la libertà di religione costituiscono un fondamentale diritto per ogni individuo: non possiamo restare indifferenti. L’85% dei casi di denunce di blasfemia sono falsi. Il cristiano Sawan Masih è una delle più recenti vittime di questa legge, condannato a morte per ingiuste accuse di blasfemia. I coniugi Shafqat e Shagufta Emmanuel (condannati per un SMS blasfemo, ndr) e Asia Bibi sono solo alcuni tra coloro che sono ingiustamente detenuti, sui quali pesa una condanna a morte per blasfemia. Ogni nazione dovrebbe alzare la voce contro queste ingiustizie e chiedere con forza al governo pakistano la liberazione degli innocenti incarcerati e l'abolizione di questa legge iniqua che soffoca l'essenza della libertà”, conclude la mozione.