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Indagato in Vaticano per lo Ior. Caloia lascia gli incarichi: «Proverò la mia estraneità»

lunedì 8 dicembre 2014
ngelo Caloia ha deciso di dimettersi da presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano e dagli incarichi che aveva alla Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale e nel Collegio Borromeo. «Sconcertato, attonito e profondamente avvilito – ha scritto Caloia al cardinale Angelo Scola – sono a rassicurarla sulla mia totale estraneità ai fatti riportati dagli organi di stampa. In attesa di avere la possibilità di chiarire la mia posizione nelle opportune sedi giudiziarie ho ritenuto comunque doveroso compiere tale passo».ngelo Caloia ha deciso di dimettersi da presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano e dagli incarichi che aveva alla Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale e nel Collegio Borromeo. «Sconcertato, attonito e profondamente avvilito – ha scritto Caloia al cardinale Angelo Scola – sono a rassicurarla sulla mia totale estraneità ai fatti riportati dagli organi di stampa. In attesa di avere la possibilità di chiarire la mia posizione nelle opportune sedi giudiziarie ho ritenuto comunque doveroso compiere tale passo».Il promotore di giustizia dello Stato Vaticano (il corrispettivo nella giustizia vaticana del procuratore generale in Italia) ha congelato nei giorni scorsi 16,8 milioni su conti bancari Ior riconducibili a tre indagati. Il promotore Gian Piero Milano sostiene che l’ex presidente dell’Istituto, Angelo Caloia, l’ex direttore generale Lelio Scaletti e l’avvocato Gabriele Liuzzo, siano responsabili di peculato nell’operazione di cessione di 29 immobili da parte della banca vaticana a compratori (compresa una società residente in un paradiso fiscale) fra il 2001 e il 2008. Sui conti degli indagati sarebbero «confluiti i proventi delle attività delittuose descritte», scrive Milano nel provvedimento di sequestro.Secondo il promotore di giustizia, Caloia e Scaletti avrebbero sottostimato nei libri contabili della banca il valore delle cessioni immobiliari. I due sono sospettati di avere ricevuto separatamente (anche in contanti) la differenza fra il prezzo reale di vendita degli immobili e quanto registrato ufficialmente. Parte dei proventi, secondo Milano, sarebbe stato depositato in un conto bancario romano che non figura nei bilanci dello Ior. Il deficit complessivo stimato per queste cessioni nel periodo 2001-2008, secondo Milano è di 57 milioni, di cui i 16,8 sequestrati farebbero parte. Trattandosi di cessioni avvenute in Italia, alla vicenda si sta interessando anche la magistratura italiana che da circa un anno ha avviato con le autorità vaticane una proficua cooperazione.