Attualità

Azzardo. Legge anti-macchinette anche in Friuli

Francesco Dal Mas domenica 2 febbraio 2014
Tutti contro il gioco d’azzar­do perché ritenuto una pia­ga sociale. Il Consiglio re­gionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato ieri all’unanimità (37 voti favorevoli su altrettanti pre­senti) – una rarità –, la legge di con­trasto alle slot machine. La Regio­ne Veneto avrebbe voluto fare al­trettanto, ma è ancora alle prese con proposte contrastanti tra le forze politiche. In Friuli Venezia Giulia, nonostante l’area sia a ri­dosso dei casinò sloveni e austria­ci, si sprecano 1,2 miliardi solo in questo gioco, 990 euro pro capite. La normativa prevede benefit fi­scali per gli operatori che esclu­dono le macchinette dai bar. E sic­come la Regione non vuole sor­prese da eventuali ricorsi, prevede autorizzazioni quinquennali. Il li­mite territoriale per l’installazio­ne è di 300 metri dai luoghi sensi­bili (quelli di culto, scuole, centri di aggregazione per ragazzi), con la possibilità per i Comuni di alzare questo 'confine', almeno a 500 metri. Severe le ammende per chi sgarra. Viene istituito un osserva­torio mentre alcune misure intra­prese sono di carattere sanitario. «La nostra legge fa trasparenza in questo settore – spiega Silvana Cremaschi, Pd, prima relatrice di maggioranza –. Il Governo, infatti, è coinvolto in modo contradditto­rio tra la tutela degli interessi de­gli esercenti e quella dei consu­matori, la valutazione relativa agli introiti statali e quella delle spese per la cura delle persone affette da dipendenza, la lotta alla crimina­lità e l’attuazione delle adeguate forme di protezione nei confronti della popolazione».  Negli ultimi anni «c’è stata una sorta di schizofrenia da parte del legislatore nazionale – accusa Ro­berto Novelli, consigliere regiona­le Pd – che ha consentito la diffu­sione irresponsabile di slot, altri dispositivi e altre forme di gioco d’azzardo, trascurando il tessuto sociale a favore degli introiti per lo Stato». La norma friulogiuliana si articola in due filoni: quello della prevenzione e quello di cura e re­cupero, coinvolgendo il mondo della sanità e del sociale, preve­dendo azioni di sensibilizzazione e informazione, attività di forma­zione e la promozione di un mar­chio regionale da attribuire agli e­sercizi pubblici o circoli privati che rifiutano le macchinette.