Attualità

Amministrative . Elezioni, Renzi: «È la fine delle rendite»

lunedì 9 giugno 2014

Giornata di analisi e interrogativi per il Pd dopo i ballottaggi che hanno visto prevalere numerosi candidati del partito, ma anche le sconfitte in alcune roccaforti storiche. Al Nazareno si sottolinea che ai Dem è andata la maggioranza dei Comuni sopra i 15mila abitanti e Debora Serracchiani commenta: «Ci sono delle situazioni in cui siamo molto amareggiati e dispiaciuti», ma «abbiamo stravinto». Il neosindaco Fi di Perugia Romizi festeggia la vittoria: «Ho vinto perché siamo riusciti a riparlare con le persone a cuore aperto». E la deputata azzurra Ravetto attacca, «Senza Renzi il Pd non esiste». Auguri dal blog di Grillo ai nuovi sindaci M5S: «Uun virus inarrestabile». I ballottaggi segnano «la fine delle posizioni di rendita elettorale, è finito il tempo in cui qualcuno sa che in quel posto si vince di sicuro»; è l'analisi che Matteo Renzi, oggi in Vietnam per una missione in oriente, fa con i suoi sull'esito della tornata amministrativa, dicendosi comunque soddisfatto per un "risultato straordinario". Dopo la volata di due settimane fa, il centrosinistra perde quattro storiche roccaforti di sinistra, Livorno, Padova, Perugia e Potenza, di cui le ultime due sono anche capoluoghi di regione. Ma strappa importanti città al centrodestra: Bergamo, Biella, Cremona, Verbania, Pescara, Vercelli e Pavia. A Livorno, la città che ha tenuto a battesimo il Pci e che dal dopoguerra aveva affidato le proprie sorti sempre alla guida della sinistra, Filippo Nogarin, candidato per il Movimento 5 Stelle, con una campagna elettorale non urlata, è riuscito a strappare la poltrona di sindaco a Marco Ruggeri, Pd, che per la prima volta nella storia della sinistra livornese è stato costretto ad andare al ballottaggio, perdendolo. La sconfitta a Livorno, per il Pd, è paragonabile a quando a Bologna, nel 1999, Giorgio Guazzaloca riuscì a strappare la città portando, per la prima volta dal dopoguerra, una coalizione di centro-destra alla guida del capoluogo emiliano. Il Movimento 5 Stelle ha vinto anche a Civitavecchia, nel Lazio. A Padova l'altra clamorosa sconfitta del Pd che ha governato la città dal 1993, con un break tra il '99 e il 2004: il candidato del centrosinistra Ivo Rossi, che ha guidato la città da quando l'ex sindaco Flavio Zanonato divenne ministro allo Sviluppo Economico, ha perso la sfida contro Massimo Bitonci (sostenuto da Ln e Fi). La vittoria del Carroccio a Padova farà pandant con il governo della Regione, guidata da Luca Zaia. Il centrodestra ha riconquistato anche Teramo, che già governava, con Maurizio Brucchi. A Potenza ha vinto Dario De Luca, esponente di Fratelli d'Italia nella coalizione di centrodestra: clamorosa la sconfitta del centrosinistra, il cui candidato, Luigi Petrone, del Pd, aveva sfiorato la vittoria al primo turno. Il Pd è riuscito a confermarsi a Modena, dove Giancarlo Muzzarelli (Pd), che aveva sfiorato la vittoria al primo turno, ha battuto l'avversario M5s Marco Bortolotti, che ha potuto contare sul sostegno della Lega nord, di Fratelli d'Italia e del Nuovo Centro Destra del modenese Carlo Giovanardi. Conferma del Pd anche a Terni e Bari, dove il nuovo sindaco è Antonio Decaro. Il partito del premier è riuscito poi a strappare Vercelli, Verbania, Cremona, Biella, Pescara e Bergamo al centrodestra. In quest'ultima città l'ex spin doctor di Matteo Renzi, Giorgio Gori, ha battuto il sindaco uscente, Franco Tentorio. A Verbania e Vercelli a imporsi sono state due donne: Silvia Marchionini e Maura Forte. Altro scontro importante, quello di Pavia, dove Carlo Cattaneo, sindaco uscente di centrodestra, uno dei più giovani e più amati d'Italia, ha perso la sfida contro Massimo Depaoli (Pd). Nei 139 comuni al voto circa un terzo si lo è aggiudicato il centrodestra, due terzi il centrosinistra. Molto bassa l'affluenza alle urne, pari al 49,5%, mentre al primo turno aveva toccato il 70,6%. Dunque il calo è stato di oltre venti punti.