Attualità

VERSO IL VOTO. Ecco l'Agenda delle Ong per le elezioni

Paolo Lambruschi giovedì 31 gennaio 2013
Una vera propria Agenda per la cooperazione inviata alle forze politiche in campagna elettorale per chiedere a chi governerà l’Italia di attuare «una migliore e più coerente politica globale di sviluppo». Un appello in dieci punti per rilanciare la cooperazione dal punto di vista politico, legislativo, economico e fiscale è stato steso nei giorni scorsi. Tra i firmatari, sigle quali Focsiv, la federazione delle ong cattoliche, Cini (coordinamento cui aderiscono tra gli altri, Save the children, Amref e Vis), l’Associazione delle ong italiane, la Comunità Papa Giovanni, Cospe, Ipsia, la ong delle Acli, Link 2007, Mani Tese e coordinamenti di ong di varie regioni.Il documento riprende le conclusioni del Primo Forum nazionale organizzato ai primi di ottobre dal Ministro per la cooperazione Andrea Riccardi e chiede anzitutto una continuità politica con quella che è stata giudicata come una novità positiva dal mondo associativo, vale a dire la presenza di un «alto referente politico alla guida della cooperazione internazionale allo sviluppo» dotato di  delega piena e ampia. I cartelli di ong chiedono al futuro Parlamento il varo della riforma della cooperazione (la legge attuale risale al 1987) entro il primo anno di legislatura, accogliendo le richieste della conferenza e favorendo il dialogo tra attori pubblici e privati. Al prossimo governo viene invece chiesto di favorire il coordinamento nazionale delle iniziative di cooperazione, valorizzando il ruolo della società civile. A chi si candida a guidare il Belpaese si domanda di destinare una quota crescente di risorse alla cooperazione allo sviluppo varando un piano di riallineamento «progressivo e credibile» degli aiuti italiani destinati agli obiettivi del millennio. Per reperire le risorse le ong chiedono di ridurre in parallelo «produzione, vendita e impiego di armamenti», dedicare «una quota considerevole di fondi» delle Missioni internazionali di pace ai progetti di solidarietà e sviluppo e aumentare la Tobin Tax sulle transazioni finanziare. Per rilanciare il settore si chiede anche di aumentare il tetto delle donazioni deducibili, l’esenzione dall’Irap, la stabilizzazione dei massimali del 5x1000 e la riduzione delle tariffe postali per le Onlus. Infine si chiede di accrescere il peso politico italiano nella cooperazione europea.