Attualità

Il caso. Adozioni internazionali, sparito il bonus

Antonella Mariani giovedì 4 dicembre 2014
Niente bonus di 5mila euro per le famiglie che adottano all’estero. L’emendamento è stato bocciato domenica alla Camera durante la discussione sulla legge di stabilità. La delusione è grande, soprattutto per il primo firmatario: Edoardo Patriarca, deputato del Pd. L’emendamento è stato sostituito da un ordine del giorno, dalla efficacia piuttosto blanda, in cui si chiede al governo di promuovere la cultura dell’adozione internazionale e di «valutarne il sostegno economico». Una cosa ben diversa da un assegno di 5mila euro. «Ma non abbandoneremo il campo – commenta ora Patriarca – troveremo altri modi per rilanciare la nostra campagna per il sostegno alle famiglie». Le motivazioni della bocciatura del bonus sono legate alla scarsità di risorse, ma del resto era stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Del Rio, il 13 novembre, ad accendere le speranze. «Voglio confermare che l’impegno del governo c’è e ci sarà – aveva detto a un convegno –. Anche sul profilo del sostegno economico alle famiglie che intraprendono il percorso dell’adozione». Ora l’idea di Patriarca è di riproporre lo stesso emendamento in Senato, quando si andrà alla discussione della legge di stabilità. E di irrobustirlo con una raccolta firme “marchiata” con l’hashtag #adozionebenecomune. Oggi i genitori adottivi, a fronte di un esborso medio di 20mila euro, hanno la possibilità di portare in deduzione il 50 per cento delle spese certificate; in più c’è un rimborso parziale (con limitazioni sul reddito). Sulla carta, però: il fondo creato nel 2005 oggi è a secco (5 milioni nel 2013 contro i 20 milioni dei primi anni) e con i soldi residui dell’anno scorso si stanno ancora rimborsando le adozioni del 2011. Intanto i bambini stranieri in arrivo nel nostro Paese sono vertiginosamente diminuiti: erano 4.130 nel 2010, sono stati 2.825 nel 2013.