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Migranti. Ad Oulx flusso inarrestabile. Apre il rifugio della speranza

Paolo Lambruschi, inviato a Oulx martedì 23 ottobre 2018

Migranti respinti dalla gendarmeria francese a Claviere (Ansa)

Loki scende dal treno e guarda i monti spruzzati di neve prima di telefonare. Riattacca sconsolato, l’ultimo bus per Claviere è partito, appuntamento saltato. Un operatore si avvicina e gli propone di dormire al caldo dopo un pasto e una doccia nel rifugio di Oulx che ha aperto i battenti qui vicino un mese fa. Loki accetta, domani ripartirà in treno verso il confine perché non ha più nulla da perdere. «Vengo da Milano – spiega in inglese il 33enne nigeriano – mi hanno respinto la domanda di asilo tre volte. Dall’Italia me ne devo andare, tanto vale provare a passare in Francia». Sono le 20,30, scene come questa alla stazione sono frequenti da metà settembre, da quando a 50 metri dallo scalo ha aperto il dormitorio voluto da comune e prefettura in collaborazione con due fondazioni della Val di Susa, Talità kum, che lo gestisce, e Magnetto, che sostiene il progetto.

Un rifugio nell’ala della struttura salesiana destinata ai pellegrini. Due stanze, 10 letti, una cucina e un operatore per evitare che i migranti dormano per strada o nei boschi con l’inverno alle porte. Un angolo di speranza, un osservatorio dell’umanità migrante che va in Francia. Sono diverse le novità al confine del Monginevro, non solo il presidio della polizia disposto da domenica con l’usuale clamore dal ministero dell’Interno. Per capire cosa succede al confine occorre arretrare a Oulx, tappa obbligata per i viaggiatori in cerca del passaggio a ovest e di quelli che l’hanno trovato, ma sono stati respinti. Sono soprattutto giovani africani occidentali. «Apriamo alle 20 – spiega don Luigi Chiampo, parroco di Bussoleno e fondatore di Talità kum – offriamo un pasto e un letto a chi arriva nella notte. Alle otto del mattino si esce dopo la co- lazione.

A noi interessa l’aspetto umanitario, non quello politico, salvare vite umane. Perché quando si è sciolta la neve hanno trovato i corpi di tre migranti nei boschi, morti da chissà quando. Non c’è modo di fermarli, ognuno vuole raggiungere famigliari, genitori o amici che li possono aiutare e spesso non sono equipaggiati. A Claviere si infilano nei sentieri». Come a guardie e ladri. «La polizia francese – conferma il prete – ne ferma alcuni, i più ce la fanno.

All’inizio avevamo 2-3 presenze, da un paio di settimane i dieci posti letto sono sempre occupati da donne, minori e giovani africani». Loki intanto è stato raggiunto al ricovero proprio da tre ragazzi africani arrivati con il treno un’ora dopo. Aspettavano una risposta alla domanda di asilo, si sono stufati, vogliono lavorare. All’una il centro è pieno.

Chi arriva dopo verrà trasportato a Bardonecchia. Accanto alla stazione la Croce Rossa ha aperto un punto diurno con un mediatore culturale. «Vediamo ogni giorno una quarantina di persone – spiega Moussa Kalil, mediatore interculturale della rete comuni solidali in servizio a Oulx e Bardonecchia – diretti a Claviere o respinti dai francesi.

La maggior parte arriva da centri della Sicilia e sta aspettando la risposta alla domanda di asilo. Allora vanno in Francia, spesso inconsapevoli del fatto che rischiano di perdere i diritti acquisiti». Da venerdì, sempre a Claviere, la Croce Rossa ha organizzato un servizio di trasporto migranti mentre è imminente l’apertura anche qui di una sala per i migranti. Il sindaco del comune frontaliero Franco Capra giudica il presidio disposto dal Viminale «una risposta al caso diplomatico scoppiato in questi giorni, ma non risolve il problema migranti».

«È così – aggiunge il primo cittadino di Oulx Paolo De Marchis – il flusso è inarrestabile anche se in calo. Ma i francesi non hanno solo sconfinato, hanno violato altri trattati. La settimana scorsa al rifugio due donne nigeriane in stato interessante, nonostante le avessimo sconsigliate, sono passate per raggiungere i mariti e sono state respinte. E la polizia transalpina non controlla i documenti dei minori perché altrimenti dovrebbe accoglierli. Parecchi minori passati da Oulx sono stati respinti. Cosa è cambiato? Che da ieri riconsegnano gli stranieri alla polizia italiana. Intanto i centri di accoglienza minori in Valsusa, dove si pratica la microaccoglienza, sono saturi».

Da Oulx lo scenario del passaggio a nordovest vede da una parte Italia e Francia rivaleggiare su sconfinamenti e respingimenti in attesa di un incontro tra i Ministri degli interni. E dall’altra il territorio - due fondazioni private e i tre comuni di Oulx, Claviere e Bardonecchia - impegnato a salvare vite in cerca di futuro. Sul confine si aspetta l’inverno, questa sarà una storia lunga.