Attualità

POLITICA E GIUSTIZIA. «Comprò senatori», Berlusconi indagato

venerdì 1 marzo 2013
A urne appena chiuse, e in una fase delicatissima della vita istituzionale, un nuova bufera giudiziaria si abbatte su Silvio Berlusconi. Il Cavaliere è, infatti, indagato per corruzione e finanziamento illecito ai partiti in relazione alla presunta compravendita di parlamentari nel 2006. E ha ricevuto dalla procura di Napoli un invito a presentarsi il 5 marzo. L’inchiesta condotta dai pm partenopei riguarda l’erogazione di tre milioni di euro al senatore Sergio De Gregorio in relazione al suo passaggio dall’Idv al Pdl per favorire la caduta di Romano Prodi. «Non sono ancora esauriti i commenti sui giornali dei successi elettorali e già ricomincia l’aggressione della magistratura nei confronti di Silvio Berlusconi», attacca il segretario Pdl Angelino Alfano, che annuncia una grande manifestazione di piazza a difesa della sovranità del popolo, della libertà e della democrazia italiana». Il Pdl compatto accusa le toghe di praticare la giustizia ad orologeria. E l’Associazione nazionale dei magistrati (Anm) replica secca per bocca del presidente Rodolfo Sabelli: «Respingiamo con fermezza le accuse, periodicamente reiterate, di uso politico della giustizia». La "bomba" è esplosa ieri, quando ai due rami del Parlamento sono stati trasmessi gli atti della procura. Nei quali si parla di Berlusconi come l’«istigatore prima e l’autore materiale poi» della cosiddetta "Operazione Libertà", strategia tesa a portare al centrodestra «il maggior numero di senatori tra quelli che avevano votato la fiducia» a Prodi. Nell’ambito dell’indagine, una cassetta di sicurezza nella disponibilità di Silvio Berlusconi è stata sequestrata dalla Guardia di Finanza su disposizione della Procura. Contestualmente è stata depositata presso Senato e Camera la richiesta di autorizzazione a procedere alla perquisizione della stessa. E quella riguardante l’acquisizione dei tabulati telefonici relativi all’utenza riferibile all’ex premier. Richieste che viste le procedure di insediamento del nuovo Parlamento (nel quale, tra l’altro Berlusconi passerà dal ruolo di deputato a quello di senatore) non potranno con tutta probabilità essere esaminate tempestivamente. Il legale del Cavaliere, Nicolò Ghedini, precisa che la cassetta di sicurezza presso il Monte dei Paschi - nella quale non vi è «alcunché di antigiuridico» - non è nella disponibiltà del Cavaliere, bensì del partito. E, dunque, sarebbe bastata una richiesta al Pdl per accedervi senza «impegnare la Camera in una attività pacificamente inutile». Ghedini definisce l’indagine «destituita di ogni fondamento». Innanzitutto «se indagine vi dovesse essere, questa sarebbe pacificamente di competenza della procura di Roma». E analoghi fascicoli, ricorda, sempre avviati a Napoli nel 2007, una volta trasmessi a Roma sono stati archiviati. Infine un spiegazione meno tecnica: «Come già ampiamente acclarato si è trattato di un accordo politico alla luce del sole tra Forza Italia e il senatore De Gregorio». Quest’ultimo sceglie la linea del silenzio. Il suo legale non commenta quanto emerso ieri. Ma ricorda che «ha deciso di non proseguire la sua attività politico-istituzionale sin da maggio 2012». E si sta spendendo per una «operazione verità» su quanto fatto in precedenza, sia come politico, che come imprenditore, «avendo fiducia nell’esito delle indagini svolte dalla magistratura».