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L'intervista. Foti: «Abuso d'ufficio, se ci sono rilievi fondati ne terremo conto»

Vincenzo R. Spagnolo venerdì 21 luglio 2023

Tommaso Foti, capogruppo di Fdi alla Camera

Le polemiche legate alla presenza della premier a Palermo per le commemorazioni della strage di via D’Amelio? Il capogruppo di Fdi alla Camera Tommaso Foti le liquida così: «Sono pure invenzioni, di sana pianta. Ritengo che la presidente del Consiglio abbia fatto le scelte più opportune sotto il profilo istituzionale. E lo stesso convegno di Fdi Parlare di mafia ( previsto per oggi, ndr) era in corso di organizzazione da sei mesi, da parte dei miei colleghi di partito Filini e Kelany. Era già tutto calendarizzato...».

Sul ddl Nordio, che ha avuto un primo via libera dal Quirinale, restano perplessità sui reati d’abuso di ufficio e traffico di influenze. Come si muoverà la maggioranza in Parlamento per non incorrere in rilievi ex post del capo dello Stato?
Il Parlamento valuterà il testo sotto il profilo legislativo e sotto quello politico. La maggioranza ha una linea chiara. E non ci sono al momento rilievi formali, a parte le ricostruzioni che leggiamo sui giornali. Ma se talune perplessità hanno un fondamento, non si vede perché non si debba tenerne conto...

Le opposizioni e diversi giuristi lamentano che la cancellazione dell’abuso di ufficio sarà un favore a mafiosi e corruttori. Cosa replica?
Dall’introduzione nel codice Rocco, l’abuso d’ufficio è stato modificato più volte, senza risolvere le problematiche legate alla sua applicazione. Chi sostiene che “andrebbe tipizzato meglio” dovrebbe dirci anche come, altrimenti è facile parlare.

Quindi meglio cancellarlo?
Faccio notare solo questo: se è un reato così radicato, così “spia” della corruzione, ma che deve continuamente essere interpretato, qualcosa che non funziona ci sarà...

Dopo il duplice altolà della premier Meloni e del sottosegretario Mantovano sulla questione “concorso esterno in associazione mafiosa”, la linea del ministro Nordio non esce sconfessata?

Faccio una premessa. Il Guardasigilli, a mio parere più “tecnico” che politico, ha risposto alla domanda di un giornalista, facendo delle valutazioni da giurista, che impegnavano la sua persona e la sua cultura. Ma non c’è mai stata l’idea di modificare quel reato, non era nel programma di governo e non si farà.

Non è che ci sono due linee sulla giustizia dentro Fratelli d’Italia? O quantomeno un problema di continenza verbale in via Arenula, tenuto conto anche del caso Delmastro?
Da parte mia, un consiglio non richiesto può essere: limitiamoci a commentare gli atti.

Cioè?
La riforma della giustizia si fa coi disegni di legge, non a parole. Parliamo di quelli.

A proposito della riforma, come fatete a portarla avanti scavando un solco nei confronti della magistratura, che deve amministrare la giustizia ogni giorno?
Premesso che le leggi non si fanno contro qualcuno, ma in favore dei cittadini, e che non abbiamo alcuna volontà di scontro con altri poteri, la Costituzione ben definisce i ruoli del legislatore e del giudice. Mi spiego: se i magistrati o l’Anm sono liberi di valutare criticamente i provvedimenti di governo e Parlamento, parimenti debbono accettare quando la politica non si trova in sintonia con alcune decisioni della magistratura. Nel caso dell’imputazione coatta per Delmastro, il provvedimento nell’ambito processuale è certamente legittimo. Ma lo è anche l’azione del Parlamento, quando ritiene di procedere sulla separazione delle carriere.

I pm di Firenze, nelle inchieste sulle stragi mafiose del 1993, sono tornati a indagare su Berlusconi. La figlia Marina li accusa di volerlo perseguitare «anche da morto». Lei come la pensa?
Penso semplicemente che ipotizzare che dietro quelle stragi possa esserci Silvio Berlusconi è fuori dalla realtà.

Apprezza che sul ddl Nordio ci sia anche il sostegno dei terzopolisti di Azione?
La maggioranza deve attuare il suo programma. Poi, se altre forze ne condividono alcune proposte, ne prendo atto. Può capitare oggi ad Azione, domani ad altri gruppi dell’opposizione. L’importante è che la maggioranza si senta coesa.

E lo è davvero? Coesa, intendo.
Per me sì. Dall’insediamento del governo, in questi mesi di lavori parlamentari, non c’è stata una sola volta che io l’abbia vista non coesa.