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Il caso. I sovranisti lasciano la Certosa, Trisulti torna luogo di fede e cultura

Igor Traboni mercoledì 28 luglio 2021

La Certosa di Trisulti

Sotto il sole cocente delle 5 del pomeriggio e a bordo di una vecchia Fiat Uno strapiena di scatoloni e vettovaglie, l’altro ieri Benjamin Harnwell, presidente del "Dignitatis Humanae Institute", ha lasciato la Certosa di Trisulti, lo storico monastero della Ciociaria che l’associazione vicina a Steve Bannon, già guru dell’ex presidente americano Donald Trump, avrebbe voluto trasformare in una scuola del sovranismo europeo. Arriva così a conclusione, dopo due anni e mezzo, una vicenda fatta di ricorsi e controricorsi, con la parola fine messa dalla Cassazione.

Tutto era nato a febbraio del 2018 quando la Certosa, dopo che i Cistercensi di Casamari l’avevano lasciata per carenza di vocazioni, era stata data in gestione alla "Dignitatis", con tanto di assegnazione da parte del ministro Dario Franceschini.

Assegnazione risultata però viziata da alcuni requisiti falsamente prodotti, come denunciato a suo tempo da alcune associazioni del territorio e come palesato dal Consiglio di Stato e da una inchiesta della Procura di Frosinone. Il ministero, con lo stesso Franceschini tornato a guidarlo, ha quindi revocato la concessione e a nulla sono valsi i vari ricorsi presentati dall’associazione sovranista.

A questo punto, però, si apre la pagina legata al futuro di questo immenso complesso architettonico, storico e religioso, con tanto di chiesa e annessa biblioteca nazionale. Già nelle settimane scorse si è costituita “Trisulti bene comune”, una rete di associazioni che ha come obiettivo la restituzione della Certosa al territorio e alle finalità che sono proprie della sua storia, proponendosi nello stesso tempo di valorizzarla. Associazioni che si sono anche costituite nel giudizio e che ora hanno nominato alla presidenza l’ex consigliera regionale Daniela Bianchi.

Ieri si è mossa anche la Regione Lazio che ha sottoscritto un accordo con il Ministero e la direzione regionale dei Musei del Lazio: «In questo momento storico c’è bisogno di investire sulla cultura e sulle bellezze del patrimonio artistico del nostro Paese. Per questo faremo la nostra parte e lavoreremo per renderla fruibile al pubblico. È un luogo bellissimo. Un esempio importante di rinascita per il Lazio e per l’Italia che restituiremo al mondo», ha detto il presidente della Regione Nicola Zingaretti.

Dal canto suo il vescovo di Anagni-Alatri Lorenzo Loppa, che aveva già vanamente esperito vari tentativi per trovare un ordine religioso disposto a subentrare ai Cistercensi, ha fatto sapere che nei prossimi giorni incontrerà i vertici della direzione regionale Musei «per chiedere la possibilità di riaprire un "corridoio pastorale" nella Certosa, così da celebrare Messa alla domenica, garantendo ogni forma di sicurezza. Noi non pretendiamo nulla di altro».