Attualità

Vaccini. L’ex ministra Lorenzin: «A rischio la sicurezza dei bimbi»

Viviana Daloiso giovedì 5 luglio 2018

«Sono molto preoccupata». L’ex ministra della Salute Beatrice Lorenzin, oggi deputata e leader di Civica Popolare, accoglie la notizia della svolta del governo sulla legge che porta la sua firma – e che ha visto il suo impegno in prima persona per mesi nella scorsa legislatura – mentre gioca al parchetto con i suoi due bambini. Ed è ai piccoli, «quelli più fragili, che per le loro condizioni di salute non possono essere vaccinati, e quelli più piccoli, che per età anagrafica ancora non sono coperti dalla profilassi, che va il mio pensiero». Perché «così si mette in gioco la loro sicurezza».

Onorevole, la neoministra Grillo pensa alla semplificazione della vita delle famiglie con lo strumento dell’autocertificazione. Che ne dice?
Dico che non si semplifica la vita di nessuno, tutt’altro. La norma sull’obbligatorietà dei vaccini per cui mi sono battuta – non smetterò mai di ripeterlo – non era fatta per impedi- re l’accesso a scuola dei bambini, ma per metterli in sicurezza. Penso in particolare a quelli più piccoli, negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia. E al problema spinosissimo della mancanza di immunità di gregge, che col mio governo ci siamo trovati a dover fronteggiare accompagnato dall’emergenza morbillo. L’obbligo non era il nostro fine, ma il mezzo attraverso cui garantire la sicurezza di tutti i bambini a scuola. Con l’operazione appena annunciata non si semplifica la vita dei genitori di quelli con problemi di salute che non possono esser vaccinati, né quella dei bimbi troppi piccoli per poter ricevere le profilassi. Li si mette in pericolo, anzi, causando immensa preoccupazione nelle loro famiglie.

Avremo la certezza soltanto dopo la conferenza stampa di stamane, ma il ministero starebbe pensando a dei controlli a campione per garantire comunque il rispetto della normativa...
E io mi domando a chi spetteranno questi controlli: a dirigenti e presidi? Alle autorità sanitarie? Al ministero? La verità è che già in molte regioni, grazie al nostro provvedimento approvato dal Garante della privacy, sono entrati in vigore gli scambi di dati tra Asl e scuole, che concretamente permettono controlli sulle vaccinazioni sgravando degli oneri le famiglie. E proprio su questo punto dovrebbe mettersi anzi al lavoro il ministero, raccogliendo i dati registrati a livello regionale nell’Anagrafe nazionale dei vaccini, la cui creazione è prevista dalla legge sui vaccini. Non sembra ci si stia muovendo in questa direzione...

Nel contratto di governo l’argomento vaccini sembrava derubricato a una questione secondaria rispetto, per esempio, alla delicata questione dei tempi e della riorganizzazione del Sistema sanitario.
E invece ha vinto chiaramente la scelta, tutta politica, di farne una priorità. A un mese dall’insediamento del nuovo esecutivo, nonostante certi annunci fatti sulle liste d’attesa per esempio e su altri temi concretamente all’ordine del giorno del ministero, il primo atto formale riguarda proprio i vaccini. Oggi mi consola soltanto un fatto.

Quale?

Che un’intera classe, in Piemonte, ha deciso di vaccinarsi per proteggere un compagno immunodepresso a causa delle terapie seguite per curarsi. E impossibilitato a vaccinarsi. Per me è il segno che possiamo ancora vincere la battaglia culturale che abbiamo iniziato sui vaccini.