Immigrazione. Palazzo Chigi al lavoro su decreti sicurezza. Lamorgese: più integrazione
Il ministro degli Interni Luciana Lamorgese al suo arrivo, sabato scorso, presso la nuova sede Dia a Foggia
Riunione stamattina a Palazzo Chigi del tavolo su sicurezza e immigrazione nell'ambito dell'agenda 2023. Alle 8,30 è cominciata l'incontro per ridiscutere i cosiddetti decreti sicurezza. Una revisione annunciata alla nascita del Conte-bis, quando il segretario del Pd Nicola Zingaretti aveva chiesto un netto cambio di passo, ribadendo la necessità di rivedere i decreti sicurezza quantomeno alla luce delle osservazioni del presidente della Repubblica che aveva trovato “rilevanti criticità” sulle norme volute dall'allora ministro dell'Interno. E Matteo Salvini torna all'attacco.
Alla riunione, presieduta dal premier Giuseppe Conte, erano presenti i ministri dell'Interno e della Difesa, Luciana Lamorgese e Lorenzo Guerini, i viceministri dell'Interno Vito Crimi e Matteo Mauri, il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano. Presente anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. Per le delegazioni della maggioranza c'erano la senatrice Alessandra Riccardi (M5s), la senatrice Roberta Pinotti (Pd), i parlamentari Gennaro Migliore e Laura Garavini (Iv), la senatrice Loredana De Petris e il deputato Nicola Fratoianni (Leu). (ANSA). A riunione in corso si sono aggiunti Federico Fornaro (Leu), Giuseppe Brescia (M5S) e Stefano Ceccanti (Pd), in ritardo perché impegnati alla Camera. Alla riunione si fronteggiano posizioni in partenza sensibilmente divergenti: a rappresentare i due "estremi" rispetto ai due "Decreti Salvini" sono Leu e M5S. I primi vogliono
un netto superamento dei due provvedimenti laddove nel Movimento si incrociano più posizioni, con un'ala ancora convinta su
modifiche che rispettino meramente le indicazioni del Quirinale.
Per Nicola Zingaretti «finalmente l'Italia ha un ottimo ministro dell'Interno che sta preparando dei decreti di vivibilità e sicurezza, perché la sicurezza è un diritto ma va data investendo sulle forze dell'ordine, sulle periferie, sulla cultura, sullo sport, su un'idea vera di sicurezza delle persone e non sulla paura che viene distillata. Noi crediamo che questo sia importante farlo e farlo in fretta», dice il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Che si dice fiducioso sulla possibilità di trovare sul tema un accordo col M5s: «Credo assolutamente di sì. Il ministro sta preparando dei decreti vivibilità e sicurezza, mentre quelli di Salvini non avevano una riga sulla sicurezza urbana. Erano decreti "paura", decreti "propaganda", e non servono al tema sicurezza. Si sta facendo un buon lavoro, e fatti tutti i passaggi, è tempo di stringere e varare questi provvedimenti che si aspettano tutti».
La richiesta di una svolta è da tempo sostenuta dall'elettorato di centrosinistra. Richiesta rilanciata sabato alla manifestazione romana delle Sardine: «Noi non parliamo di cambiare, noi chiediamo di abrogare i decreti Sicurezza, la differenza è sostanziale. Mi rendo che è complicato - aveva spiegato la portavoce delle Sardine calabresi, Jasmine Cristallo - è una scelta che i Cinquestelle hanno fatto e quindi ritrattarla può essere complesso per loro, ma potrebbe forse servirgli per marcare una testimoniare una volontà reale di discontinuità rispetto alla loro alleanza con Salvini e questo potrebbe essere utile a ricostruire qualcosa».
E Matteo Salvini contrattacca: «Che Conte dia più retta alle sardine che non al popolo è surreale. Prima mi riguardavo la foto in cui Conte esibiva con orgoglio i decreti sicurezza» approvati, «erano pochi mesi fa». E promette battaglia: «Pazzesco. Con tutti i problemi che ci sono in Italia qual è la loro priorità? Smantellare i Decreti sicurezza: più protezioni "umanitarie", tempi più rapidi per dare la cittadinanza, stop alle multe per le Ong, stop alla confisca delle navi. Pensano di fare un dispetto a Salvini, fanno solo il male del Paese», scrive su Facebook. Poi annuncia: «Noi cercheremo di fermare chi vuole fermare i decreti sicurezza. Chi parla di cancellare i decreti sicurezza aiuta la mafia, la camorra e l'ndrangheta. Riaprire i porti è una follia. Saremo in tutte le piazza italiane per cercare di fermarli». Non solo: «Siamo pronti a raccogliere milioni di firme in tutta Italia per fermare questo ritorno al passato».
Sui Decreti sicurezza da tempo la Caritas ha presentato una lista di richieste basta sull'esperienza diretta. Anche Amnesty International più di recente ha analizzato gli effetti negativi dei decreti sicurezza, che stanno in realtà producendo marginalità, sofferenza, insicurezza.