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FORUM AMBROSETTI. A Cernobbio il partito del “Monti bis” «Per il 2013 non ci sono alternative»

Giorgio Ferrari sabato 8 settembre 2012
​L’avreste mai detto che dal cilindro di Cernobbio sarebbe uscito il Monti-bis? Certo, non è un’investitura ufficiale, ma dal grande mormorio dei big della finanza riuniti al Workshop Ambrosetti è spuntata un’indicazione che è qualcosa di più che un auspicio. A incoronare indirettamente il premier è stato il guru di Wall Street Roubini: «Non ci sono alternative al "montismo". C’è un governo solido con un forte leader e ministri competenti. Certo non si può fare tutto in una notte, cambiare le cose in Italia richiede tempo, le riforme strutturali chiedono tempo, l’austerità fiscale chiede tempo, introdurre più flessibilità chiede tempo ma la direzione da prendere è chiara. Quello che è stato fatto sinora è il massimo del fattibile. Del resto al momento l’Italia non ha bisogno di ricorrere al Fondo salva-Stati e se i mercati cominciassero a capire che è in una situazione diversa dalla Spagna le cose cambierebbero». A ruota lo ha seguito Cucchiani di IntesaSanPaolo: «Io sono per un Monti-bis», ma il brusio si è fatto mormorio e infine quasi un’ala di insospettato entusiasmo. In serata anche l’ex premier Romano Prodi (che si è tirato fuori dalla corsa per il Colle, «Non è cosa») ha chiarito che, se dopo le elezioni nel 2013, ci sarà un vincitore «sarà questo il nuovo premier; se ci sarà impasse, credo che Monti potrà servire il Paese».E dire che i "SuperMario" ieri a Cernobbio erano due: non solo Monti, ma anche Draghi viaggiava sugli scudi. E a promuoverlo si adoperava l’ex ministro Renato Brunetta: «Non basta soltanto il bazooka dell’Eurotower per fermare la speculazione: ce ne vogliono altri due, quello del Fondo salva-Stati e quello dei singoli Stati. Così la speculazione taglierà la corda a gambe levate, visto che già si è capito come lo spread sia nient’altro che una bolla speculativa pronta a scoppiare. In altre parole un imbroglio. La mossa di Draghi è ottima, azzeccata e riuscita e si è visto subito l’effetto sui mercati, anche perché ha contemporaneamente affermato l’indipendenza della Bce». Pronta risposta di Roubini (che ha il vanto planetario di avere intuito il sopraggiungere della crisi prima di ogni altro) in un insolito derby: «La decisione della Bce sull’acquisto illimitato di titoli di Stato è un passo nella giusta direzione ma non permetterà di cambiare le condizioni del gioco: non c’è solo la Bundesbank, ci sono altri membri di Eurolandia che sono scettici, vedrete che le condizioni che porranno non saranno leggere e la Bce potrebbe non essere in grado di acquistare titoli ancora a lungo».«Monti – cerca di mediare Enrico Letta – ha confermato che l’Italia può farcela senza aiuti europei. La condizione essenziale è che calino gli spread. Se la febbre scende, l’Italia ha la forza per farcela da sola». Il resto è un coro di lodi, da Bernabè («Ha finalmente rotto gli indugi sull’irreversibilità dell’euro che era alla base della speculazione») a Recchi («La decisione presa ieri dà l’impressione di una volontà vera di risolvere la crisi dei debiti pubblici»), da Cucchiani («Credo che questo intervento possa diminuire il fenomeno della balcanizzazione del sistema bancario europeo») a Ghizzoni di Unicredit («Il vero problema della finanza è che dobbiamo far crescere le imprese. I salotti scompaiono nella misura in cui le imprese crescono e diventano più competitive») fino ad Alberto Bombassei («Una scelta di buon senso, un passettino in avanti verso la normalizzazione»). Chiude Roubini con insolito ottimismo: «Credo altamente improbabile che si realizzi la "tempesta perfetta" dell’economia globale: dovrebbero contemporaneamente verificarsi il crollo dell’area euro, la crisi dell’economia americana, la recessione mondiale, il rallentamento della crescita della Cina e delle economie emergenti e un conflitto in Medio Oriente». Se lo dice lui…