Agorà

Televisione. Il volto di Lucia Annibali, per aprire gli occhi

Tiziana Lupi martedì 22 novembre 2016

Cristiana Capotondi nei panni di Lucia Annibali nella fiction di Rai 1 “Io ci sono”

Quando senti parlare Lucia Annibali, la donna sfregiata con l’acido da due uomini, nel 2013, per volere del suo fidanzato Luca Varani, in un primo momento hai la sensazione che dica cose scontate: «È sempre preferibile ascoltare le avvisaglie e interrompere la situazione prima che degeneri » dice, riferendosi alle relazioni in cui troppo spesso le donne diventano vittime dei loro compagni, spesso ex, che le maltrattano, le picchiano e, quando non le uccidono, le sfregiano con l’acido come è accaduto a lei. Poi è lei stessa a spiegare: «In realtà trovarsi dentro la situazione è tutta un’altra cosa. La denuncia è importante ma presuppone il superamento del legame affettivo con l’altra persona. È molto complicato».

Per spiegare quanto questo sia davvero complicato, la Annibali ha scritto il libro Io ci sono - La mia storia di non amore che ora è diventato un film tv. A proporlo, oggi in prima serata, è Rai 1; a dare il volto a Lucia Annibali è Cristiana Capotondi. L’auspicio del direttore di Rai Fiction Tinni Andreatta è che il film «venga visto dal pubblico più largo possibile: è importante che lo vedano le donne, perché imparino a riconoscere i sintomi della violenza che può scatenarsi. Ed è importante anche per i giovani e per gli uomini ». Peccato solo che, per una sfortunata coincidenza, gran parte del pubblico maschile sarà, con ogni probabilità, sintonizzato sulla partita di Champions League Siviglia - Juventus. Scelte del pubblico a parte, la Annibali osserva: «La mia è una storia che parla a tutti. Agli ustionati per dare loro una speranza ma anche a chiunque nella vita debba affrontare momenti difficili. Perché dobbiamo lanciare un messaggio di speranza e di fiducia: la vita vale sempre la pena di essere vissuta».

La sua, di vita, si era interrotta quella maledetta sera del 6 aprile 2013 quando, rientrando a casa, era stata sfigurata da un getto di acido solforico lanciatole addosso per conto di Luca Varani, l’uomo che non voleva accettare la fine della loro breve relazione: «Varani un po’ mi ha ucciso» ammette la donna che, però, non si è mai arresa neanche quando si è trovata a un passo dalla morte: «Ho scelto di reagire, ho scelto la vita. Ancora oggi vivo ho delle difficoltà, vivere il quotidiano dopo tutto questo è faticoso. Porto il peso della sofferenza che, però, ho fatto mia. E sono molto affezionata a questo mio volto, gli voglio bene. Anche se sarebbe bello che un domani il mio nome non fosse più seguito dalle parole “sfregiata dall’acido” ». Allo stesso modo Lucia Annibali spera, un giorno, di poter voler bene nuovamente a qualcuno: «Gli uomini non sono tutti come questo soggetto. Trovare una persona che mi ami veramente sarà una bella avventura». E quando Luca Varani uscirà dal carcere? «Ci penso poco. È una cosa che mi spaventa ma la affronterò quando si porrà il problema ».

A interpretare Lucia Annibali, come dicevamo, è Cristiana Capotondi: «È stato difficile ma queste, per chi fa il mio lavoro, sono occasioni uniche anche dal punto di vista esistenziale». L’attrice non nasconde la difficoltà di alcune scene: «Quelle con il viso coperto sono state molto complesse perché, per un attore, la mimica facciale è importante e, in casi come questo, devi recuperare con l’emotività e con il movimento del corpo. Ed è stata complicata anche quella dell’agguato: dovevano esserci pathos e dolore anche se Lucia, in quel momento, non ha provato dolore». Anche la Capotondi si augura che il film riesca nel suo intento formativo: «Bisogna formare i giovani, soprattutto gli uomini. C’è la partita? Vuol dire che conteremo molto sulla anti-juventinità italiana di cui faccio parte anch’io» scherza. Poi conclude con un commento sulla Annibali: «Lucia è un eroe. Ha sfidato il dolore in maniera costantemente ironica e autoironica e ha una leggerezza che spesso non troviamo nemmeno in chi non ha vissuto momenti tragici. Il suo viso ha ritrovato il sorriso». Io ci sono è prodotto da Rai Fiction e da Bibi Film, la regia è di Luciano Manuzzi.