Agorà

Il regista Verdone. «Il mio viaggio ad Auschwitz, nel mondo del male»

martedì 24 marzo 2015
«Il viaggio ad Auschwitz è stato il più emozionante della mia vita, purtroppo è stato un viaggio nel mondo del male". Lo ha detto il regista Carlo Verdone rivolgendosi ai ragazzi delle scuole di Roma e del Lazio, pronti a partire per il Viaggio della memoria 2015, organizzato dalla Regione Lazio e presentato al Galilei di Roma.«Nel 1973 feci un viaggio in Polonia con due miei amici - ha raccontato Verdone - su una 127. Andammo in Polonia per quel machismo che c'era all'epoca, partimmo, come diceva il bullo nel mio 'Un Sacco bellò, squallidamente con un carico di penne a biro e calze di seta. Fu un viaggio importante, primo perché vidi una quantità di italiani terribili che mi servirono per la creazione del mio primo film. Poi perché negli ultimi due giorni convinsi i miei due compagni di viaggio a visitare anche Cracovia e Auschwitz».Cointinua Verdone: "Ad Auschwitz dimenticammo tutto il divertimento di quelle due settimane. Entrammo nel mondo del male, qualcosa di allucinante. Durante la visita in uno dei grandi dormitori, dove erano ammucchiate 5/10mila scarpe, il mio amico si sentì male. Vi anticipo - ha detto ancora il regista rivolgendosi ai ragazzi - che alla fine quando uscirete da lì non avrete molta voglia di parlare ma di riflettere. La prima domanda è come si possa arrivare a un vertice così alto di male. Nel viaggio di ritorno ci era passata la voglia di parlare, anche la musica ci dava fastidio".Infine una riflessione sul cinema. «Sono molto amico di Benigni ma oggi su La vita è bella ho qualche dubbio, anche se è un film importante che ha avuto un Oscar. Dopo questo viaggio ad Auschwitz, forse potreste arrivare a dire "ma cosa ci ha fatto vedere Benigni?". La verità è che il male raccontato dal cinema è un pò una limitazione, mi emoziona di più un documentario, lì c'è la verità, non c'è attore, sceneggiatore. Ancora di più mi emoziona un libro, il diario di Anna Frank, i ricordi di Primo Levi, le lettere dei detenuti nei campi. La lettura è forse più importante di un film. Il film ha sempre qualcosa di spettacolare, di epico. Sicuramente svolge una funzione importante ma il cinema è sempre intrattenimento, anche quando è d'autore».