Agorà

Anniversario. Chiara Lubich: una profezia ancora tutta da scoprire

Roberto I. Zanini martedì 14 novembre 2017

È il 18 maggio 1997, più o meno vent’anni fa. Una donna bianca, di religione cattolica, col capo coperto da un candido chador, prende la parola nella moschea dell’American muslim mission a Harlem, intitolata a Malcom X: il leader islamico dei diritti civili dei neri d’America assassinato nel 1965. Non è mai successo prima. A invitarla è stato l’imam Wallace Deen Mohammed. Le sue parole sono ascoltate in perfetto silenzio da oltre tremila persone assiepate anche in altre sette stanze, perché l’aula principale non le contiene tutte. E sono parole che lasciano il segno, tutte centrate sull’urgenza di far nascere una nuova fraternità universale; sull’invito a lavorare insieme, cristiani e musulmani «fianco a fianco». Quella donna, non più giovane (ha 77 anni), è Chiara Lubich, la fondatrice del Movimento dei Focolari scomparsa nel 2008. Voce profetica della fratellanza e del dialogo nell’amore e nell’umiltà. A fine incontro, l’imam commenta: «Oggi ad Harlem si è scritta una pagina di storia». Quindi, rivolto a Chiara, le dice: «Dio mi sia testimone che tu sei mia sorella. Io sono tuo amico e ti aiuterò sempre».

L’episodio, che ha davvero del profetico perché collocato in una New York 'ignara', con le Torri Gemelle ancora lì a far bella mostra, è stato ricordato nella sede della Fnsi a Roma dal teologo Piero Coda, preside dell’Istituto universitario 'Sophia' di Loppiano, in occasione della presentazione delle 'Opere di Chiara Lubich'. Ambiziosa iniziativa editoriale in 14 libri (promotori il Centro Chiara Lubich e l’editrice Città Nuova per i dieci anni dalla scomparsa) della quale è stato pubblicato il volume Parole di Vita, che è il primo a vedere la luce, anche se nel progetto figura come il numero 5 (qui a fianco la recensione e un estratto). Coda, in particolare, ha raccontato di come la Lubich si sia mostrata disponibile a quel nuovo disegno dello Spirito che la vedeva protagonista, senza farsi troppe domande: «Ricordo che solo la sera, dopo aver approfondito la storia di Malcom X, disse: 'che grande cosa abbiamo fatto oggi'». E quella grande cosa, in effetti, non cessa di dare frutti. Da quel giorno non sono mai cessate le collaborazioni culturali fra le due comunità e nel maggio scorso, nella stessa moschea di Harlem in un incontro di musulmani, cristiani ed ebrei è stato proiettato il video del discorso del ’98, seguito da numerosi commenti fra i quali quelli degli arcivescovi di New York e Washington.

Nel parlare di Chiara Lubich, della quale era amico e figlio spirituale, Coda ha raccontato molti altri episodi. Tutti rivelatori di come «in lei ci fosse un’apertura, che spesso disarmava, alla forza scompaginante dello Spirito Santo». La sua capacità, che è anche un aspetto profetico del suo carisma, era quella di «essere in Dio lì dove c’è bisogno di Dio. Lavorando nel nascondimento». Una voce, una spiritualità e un esempio costituiti da episodi concreti (i volumi della collana ne sono così densi che per i lettori sarà davvero una sorpresa scoprirli) legati alla storia e alla vicenda umana. Ora, ha concluso Coda, «la sfida più importante è vivere la sua eredità, entusiasmante e crocifiggente, senza farne un santino, ma nella convinzione che il meglio della sua figura, i suoi frutti migliori, debbano ancora nascere» e che a essi occorra lavorare con impegno.

Nel corso dell’incontro il curatore della collana, Donato Falmi ha parlato di Chiara Lubich come di «un caso letterario», con 58 libri pubblicati, best seller come Meditazioni tradotti in 28 lingue e con 30 edizioni all’attivo, 25 mila lettere e tanto altro. Pur non essendo un’opera omnia, la collana raccoglie gran parte dei suoi scritti, editi e inediti (il «patrimonio di riferimento del suo pensiero, della sua azione della sua spiritualità»), strutturandoli in tre sezioni: 'La persona', con cinque titoli dalla biografia alle sue opere autobiografiche come il Diario e Paradiso ’49; 'La via spirituale' con quattro titoli; e 'L’Opera e il mondo contemporaneo' con cinque titoli dedicati all’attività di fondatrice. Infine il teologo Fabio Ciardi, docente al Claretianum, che ha curato Parole di vita ha sottolineato come dai 350 commenti evangelici raccolti nel volume emerga l’insegnamento spirituale di Chiara Lubich e il suo costante invito a «lasciarci stupire dall’azione di Dio intorno a noi e nella nostra vita».