Agorà

La voce degli allenatori. Ulivieri: «Quando finirà sarà un altro 25 aprile»

Massimiliano Castellani sabato 21 marzo 2020

Renzo Ulivieri è abituato alla lotta, da partigiano, in campo e fuori. È un uomo di “Resistenza”, sì sa. Nome di battaglia: Renzaccio il “rosso”. In trincea da una vita, specie ora che siamo tutti in ballo con questa emergenza Coronavirus che affronta da par suo, da splendido 79enne («sì, però intanto sono tra i soggetti più a rischio »), da capo di tutti gli allenatori italiani. In questi giorni di paura, lacrime e sangue, che non risparmiano proprio nessuno (eldorado del calcio compreso) anche le aule dei corsi allenatori di Coverciano sono tristemente vuote. «Sì sta a casa!», tuona Renzaccio . Ma i mali (giocatori positivi al Covid-19) e le solite follie del calcio continuano: vedi i presidenti dei club che pensano di ovviare al crac finanziario con la ripresa immediata delle attività.
Patron Cellino ci ha provato convocando tre giorni fa lo staff tecnico del Brescia, la Lazio di Lotito annuncia di riprendere ad allenarsi lunedì 23 marzo... Ma scusi Ulivieri, a che gioco giochiamo?
C’è poco da giocare, esiste un decreto legge del Governo e tutti dobbiamo impegnarci a rispettarlo. Perciò i presidenti dei club non è che decidono per tutti, prima devono confrontarsi con noi allenatori, con i calciatori e anche con i dipendenti che lavorano intorno alle strutture sportive. È un loro dovere ascoltare tutte le componenti e poi si decide tutti assieme. A me che ci sia uno, che in un momento così delicato, possa decidere per tutti non mi sta assolutamente bene. Vado controcorrente lo so, ma sono per il rafforzamento delle democrazia, nel calcio, come nella vita pubblica. Meglio il Conte allenatore (Antonio), o il Premier Conte (Giuseppe)?
Confesso, non ero un tifoso del Conte Premier però nell’emergenza che stiamo vivendo è sceso in campo con coraggio, mostrando grande capacità di coinvolgimento nazionale. Tutti quelli che gli puntavano il ditino e hanno continuato a criticare il suo operato adesso sono i grandi sconfitti. Lui la sua battaglia la sta vincendo e tutti noi italiani siamo chiamati a dargli una mano per vincere questa “guerra”. Quanto ad Antonio Conte è un grande allenatore e lo dimostrerà ancora appena tutto questo finirà, così come Sarri e tutti gli altri miei associati che stanno dando prova di grande generosità e di attenzione alla salute dei loro calciatori.
Attualmente in Serie A abbiamo una dozzina, o forse più, calciatori positivi al Coronavirus e la dottoressa Eva Carneiro (ex medico del Chelsea di Mourinho) sostiene che il «sistema immunitario dei giocatori è debole ». Lei che ne pensa?
Non lo so, faccio fatica a parlare di cose scientifiche che non conosco, per questo ci sono i medici, gli infettivologi...
È la stessa risposta che ha dato Jurgen Klopp ai giornalisti inglesi.
Io infatti tifo per lui e il suo Liverpool. Klopp lo conosco e ci capiamo, è un “compagno”... – sorride – . Beh come potrebbe non esserlo uno che dice «non voterò mai per un partito che promette di abbassare o tagliare le tasse più alte...»?
Anche diversi club, in Francia e Svizzera, stanno chiedendo tagli fiscali, agli stipendi dei calciatori e incentivi finanziari per la ripresa.
Giusto, il calcio è un’industria importante a livello globale. Nel nostro Paese, il calcio dà lavoro a migliaia di persone e l’indotto è certificato dal Pil su cui incide per l’1,4%. Insomma sarà dura per tutti, ma noi italiani dopo ogni sciagura è dimostrato che siamo gente capace di rimetterci in piedi assai in fretta.
In questo tempo di ferma, il ciclismo ha varato una piattaforma multimediale per gli allenamenti da casa, il calcio perché non si organizza alla stessa maniera?
Lo stiamo facendo da un paio di giorni. Gli allenatori dei settori giovanili per mantenere la socializzazione hanno iniziato un programma a distanza in Rete con gli esercizi analitici di una volta, tipo il pallone calciato contro il muro o il dribbling alla sedia del salotto. È un ritorno alle origini e anche un momento didattico: se a questi ragazzi anche il calcio dà i compiti da svolgere a casa un domani se lo ritroveranno.
Sannino sta rientrando dall’Ungheria (ha rescisso con la Honved) ma ci sono diversi allenatori e calciatori italiani ancora “ostaggio” all’estero per colpa dell’emergenza Covid- 19.
I nostri mister e i nostri calciatori che stanno lavorando all’estero devono attenersi alle leggi degli stati in cui operano, così come stiamo facendo noi qui in Italia. Non abbiamo altra scelta. A me non piace il verbo «arrendere », ma è il caso di rassegnarsi alla realtà e combatterla con intelligenza e buon senso.
Magari seguendo il modello cinese che lei conosce bene per aver aperto le accademie dell’Assoallenatori in Cina.
Grande popolo e grande organizzazione. Loro con altre modalità e gli strumenti che hanno ci sono riusciti ad uscire dal tunnel della pandemia. Mettendoci una mano sulla coscienza e marciando tutti nella stessa direzione, proprio come sanno fare i cinesi, sono sicuro che ne verremo fuori... Ma ci vuole pazienza.
Giusto quindi pazientare e spostare gli Europei di calcio a giugno 2021?
Non si poteva fare altrimenti. Anche le Olimpiadi credo che slitteranno. E sui campionati nazionali di calcio prima di fare proiezioni è bene pensare che la ripresa va di pari passo con la sicurezza, con gli esami medici garantiti a tutti per evitare di ritrovarci dinanzi a un’altra pandemia, magari tre mesi dopo che siamo ritornati alla normalità.
Gli Europei tra un anno, per il ct Roberto Mancini «è anche meglio – ha detto – perché gli azzurri li vinceranno»...
In un momento di grandi incertezze e di timori condivisi, ha fatto bene Roberto a dare un’iniezione di fiducia e di coraggio. Poi la Nazionale sta crescendo, i talenti non mancano, chissà... magari ha visto giusto.
Nel libro Roberto Baggio. Avevo solo un pensiero (66th and 2nd) di Stefano Piri, torna la storia di Ulivieri che al Bologna mandava il “Divin Codino” in panchina.
Ancora... ma se con me ha sempre giocato. Comunque, quando l’ho messo in panchina avevo tutti contro. Persino mia madre, una domenica sera tornai a casa e mi aspettava sulla porta per dirmi: «Renzo, ma perché non fai giocare Baggio?» – sorride – . Grande Roberto, è stato il Maradona italiano.
Sulla panchina del Bologna adesso siede Sinisa Mihajlovic.
L’ho difeso a spada tratta quando è stato attaccato, anche dai suoi colleghi, per essersi schierato con la Lega alle ultime regionali dell’Emilia Romagna. Io dissi a tutti: «Sinisa deve parlare, basta che non gli date retta su Salvini». Comunque Mihajlovic è un grande uomo e lo sta dimostrando anche nella sua battaglia contro la leucemia. Forza Sinisa!
Come si immagina il “dopo-Coronavirus”?
Sarà un tempo nuovo, e nulla sarà più come prima. I giovani rielaboreranno in fretta, io invece alla mia età non avrò il tempo... Sono molto preoccupato per le conseguenze che avrà in certi paesi più poveri di noi, come in Africa dove non hanno le strutture sanitarie per combatterlo. Ma spero che il vaccino arrivi presto, sarebbe il gol più importante del secolo.
Un gran messaggio di speranza. E voi allenatori quando tornerete a Coverciano?
Magari riaprissimo le aule il 25 aprile... la vedrei come una doppia Liberazione. Ieri sul cellulare mi è arrivato un file dalla Germania, c’era registrata Bella ciao cantata in coro da un gruppo di tedeschi, con un messaggio: «Cari italiani vi siamo molto vicini». Ecco, ho pensato, questo è un bel segnale di ritorno alla libertà, per noi, per il mondo intero.