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Tra genetica e ambiente. Due terzi dei tumori colpa della «sfortuna»

venerdì 2 gennaio 2015
Molto resta ancora da capire sui tumori. Ma secondo un gruppo di studiosi circa due terzi dei tipi di tumori degli adulti sono scatenati principalmente da mutazioni spontanee del Dna, con un apporto minimo o nullo al rischio da parte di stili di vita o cause ereditarie. Lo possiamo leggere in uno studio della Johns Hopkins University pubblicato dalla rivista Science, che ha individuato 22 tipi di cancro in cui la "sfortuna", intesa come una replicazione casuale delle cellule di alcuni tessuti tale da scatenare la malattia, ha un ruolo primario e 9 in cui invece prevalgono gli altri fattori, come l'ambiente, l'alimentazione, il fumo. "Tutti i tumori sono causati da una combinazione di sfortuna, ambiente e ereditarietà - spiega Bert Volgenstein, uno degli autori - e noi abbiamo creato un modello matematico che può quantificare ogni contributo". Il modello si basa sulle replicazioni del Dna delle staminali di vari tessuti, che possono dar vita a mutazioni casuali che portano al cancro, concentrandosi su 31 diversi tessuti, dai polmoni al colon all'intestino. In 22 casi, spiegano gli autori, che vanno dal cancro del duodeno a diversi tumori del distretto testa-collo, le mutazioni casuali hanno un peso preponderante, mentre negli altri nove, fra cui polmoni, fegato e tiroide, sono i fattori ambientali e familiari a decidere, anche se sempre combinati con la "sfortuna". Questo, quindi, non significa affatto che non si possa fare nulla per limitare il rischio di un cancro. Si può fare un esempio del tipo: molti incidenti d'auto sono causati da eventi fortuiti, come un animale che attraversa la strada all'improvviso, però se si guida sbronzi aumenta la probabilità di avere un incidente o, comunque, la reazione a un evento fortuito è meno adeguata. "I rari casi di fumatori che non sviluppano tumori sono spesso attribuiti a 'buoni geni' - continua l'autore -, ma la verità è che sono invece solo fortunati". Se però uno non fuma, aggiungiamo noi, e non respira aria inquinata ha maggiore probabilità di essere fortunato. "I cambiamenti di stili di vita - conclude lo scienziato - possono avere un grandissimo impatto su alcuni tipi di tumori, ma secondo i nostri risultati su altri non hanno influenza. In questo caso il modo migliore per combatterli è la diagnosi precoce, quando ancora si può intervenire con la chirurgia". La prevenzione, perciò, resta in ongi caso fondamentale. "Questo nuovo studio - spiega Antonio Moschetta, oncologo dell'Università di Bari, ricercatore Airc ed esperto in prevenzione oncologica - è davvero molto interessante perchè dimostrerebbe statisticamente che ben il 65 per cento dei tumori nasce dalla mutazione casuale delle cellule staminali. Questo però non nega il fatto che un terzo dei tumori nasce a tavola, cioè da una cattiva alimentazione, ma suggerisce che abbiamo bisogno di fare più ricerca anche per migliorare lo screening e quindi ottenere sempre mihliori risultati nel campo della diagnosi precoce dei tumori".