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Archeologia. Tornano in Italia 750 reperti da Londra

Redazione Agorà giovedì 1 giugno 2023

I reperti recuperati a Castel Sant'Angelo

Sono tornati in Italia lo scorso 19 maggio, provenienti da Londra. Ben 750 reperti archeologici sono stati rimpatriati da Londra dopo le indagini del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, coordinate dalla procura di Roma, mirate a contrastare il traffico internazionale di beni culturali, sfociate anche in una procedura extragiudiziale e in una causa civile, condotta in stretta collaborazione con il Ministero della Cultura attraverso l'Avvocatura Generale dello Stato.

I pezzi, provenienti da scavi clandestini sul territorio italiano, erano confluiti in una società inglese in liquidazione, la Symes Ltd, riconducibile a Robin Symes, importante trafficante di beni culturali. La societa', che si era sempre opposta ai reiterati tentativi di recupero da parte dell'autorita' giudiziaria italiana, sottoposta a procedura fallimentare nel Regno Unito, e' stata citata in giudizio anche in Italia, tramite l'Avvocatura Generale dello Stato, per la restituzione dei beni o il risarcimento civile del danno. La consegna è stata possibile grazie alle complesse trattative seguite dal Ministero della Cultura, in sinergia e stretta collaborazione con i carabinieri dell'Arte che, con la collaborazione dell'Ambasciata d'Italia a Londra, li hanno scortati in Italia.

L'accordo per la restituzione è stato siglato l'11 maggio scorso. L'insieme dei reperti, databili complessivamente tra l'VIII secolo a.C. e l'epoca medievale, il cui valore è stimato in 12 milioni di euro, offrono uno spaccato delle molteplici produzioni dell'Italia antica e delle isole, e provengono da numerosi e diversificati contesti archeologici (funerari, cultuali, abitativi e pubblici) bersaglio di depredazione, concentrati in particolare nell'Etruria e nella Magna Grecia.

Tra i pezzi più pregiati esposti ieri mattina a Castel Sant'Angelo figurano: un tavolo tripode in bronzo proveniente da un contesto aristocratico dell'orientalizzante etrusco, due testiere equine da parata di ambito appulo-lucano, due pitture funerarie di area meridionale; per l'epoca romana, alcune teste virili in marmo di età imperiale, varie porzioni di statue e gruppi bronzei, o, ancora, il dipinto parietale con raffigurazione di tempietto strappato con ogni probabilità da una residenza vesuviana.

Ma ci sono anche vasi fittili, sia di produzione locale che di fabbrica attica e corinzia, in bronzo e in pasta vitrea, elementi del vestiario e monili in oro, argento, bronzo, osso e ambra, tra cui 26 collane ricomposte nella prospettiva dell'immissione sul mercato, armi, utensili e suppellettili, elementi della bardatura equina, coroplastica votiva e architettonica, sarcofagi, di cui uno in piombo con decorazione a rilievo, e urne funerarie, oggetti votivi e rituali, elementi di statuaria in bronzo, in marmo e in calcare, elementi architettonici e arredi in bronzo e marmo, decorazioni musive e dipinte. Altri 71 reperti, attualmente negli Stati Uniti, verranno recuperati nei prossimi giorni dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.