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Storia del cinema. Laurel e Hardy: e poi vennero Stanlio e Ollio

Fulvio Fulvi mercoledì 4 novembre 2015
Sembravano due bambinoni goffi e viziati. Quello smilzo aveva un viso tra il triste e il faceto, e un’inguaribile espressione da babbeo; il ciccione, invece, faccia rotonda e baffettini, pensava sempre di saperne una più dell’amico, che trattava da deficiente pur comportandosi peggio di lui. Dopo il solito disastro combinato insieme, uno si grattava la testa (coi capelli sempre all’insù) emettendo buffi lamenti, l’altro allargava la bocca con un sorriso sottile e grazioso giocherellando col cravattino. Così, di solito, finivano le strampalate storie di Stanlio & Ollio, il duo di comici più divertente, prolifico e amato nel mondo. Inseparabili sul set, amici anche nella vita. Una premiata ditta che ha girato insieme 106 tra corti e lungometraggi. Una sterminata filmografia. Ricordate I due legionari, Fra Diavolo, Tutto in ordine e C’era una volta un piccolo naviglio?  Geniali gag, improvvisi scivoloni sulla scena, sguardi ingenui e sbruffoni, le classiche torte in faccia.... Risate contagiose e senza stop. Impossibile pensarli divisi. Eppure, prima di fare coppia fissa davanti alla cinepresa, scoperti dal produttore Leo MacCarey, l’inglese Stan Laurel (1890-1965) e l’americano Oliver Hardy (1892-1957) avevano recitato da mattatori “solisti”: il magrolino in ottanta comiche, il grassone addirittura in 250 film. Due pionieri del muto. Alcune di queste pellicole, che coprono un arco di tempo compreso fra il 1914 e il 1927 (l’anno dell’incontro artistico tra i due), sono giunte sino a noi grazie alle indagini svolte da appassionati cinefili, collezionisti e archivisti sparsi in tutto il pianeta, di altre invece non se n’è saputo più nulla. Se ne conosce soltanto il titolo, talvolta la sinossi o il racconto di qualche scena tra le più esilaranti riportato dalla stampa dell’epoca. Anche l’Italia ha un ruolo decisivo nell’opera di ricerca – e restauro – dei rarissimi film che Laurel e Hardy hanno girato da “single”. Il Centro sperimentale di cinematografia- Cineteca nazionale di Roma, infatti, è stato artefice di due straordinari ritrovamenti, altrettanti piccoli capolavori del genere, che saranno proiettati in anteprima mondiale al MoMa (Museo d’Arte Moderna) di New York durante la 13ª edizione di “To save and project” (da oggi al 25 novembre), il festival internazionale dedicato al cinema restaurato, organizzato da Joshua Siegel, nipote del grande regista Don Siegel, maestro degli action movie americani negli anni ’60 e ’70.  Il primo film, Maids and muslin (“Cameriere e mussole”), prodotto nel 1920 ma distribuito nelle nostre sale tre anni dopo con il titolo Fridolen direttore dei grandi magazzini, è una commedia diretta da Noel Mason Smith dove il futuro Ollio, che appare qui meno pingue del solito e col volto guarnito da folti mustacchi e sopracciglia, rivaleggia con il socio in affari Jimmy Aubrey per conquistarsi le grazie della giovane cassiera del negozio di tessuti che i due dirigono. Oliver fa la parte del ciccione cattivo, che gli procurò grande successo all’inizio della carriera. «Le copie del film, mai identificate prima della nostra ricerca, erano eccezionalmente usurate – racconta Sergio Bruno, responsabile dell’ufficio Gestione archivio filmico della Cineteca nazionale – e i titoli di testa e di coda erano andati perduti, come alcuni frammenti intermedi: seppure non integrale, però, questa versione italiana, della durata di diciassette minuti, è l’unica conosciuta al mondo». Il restauro è consistito soprattutto nel rimettere in sequenza corretta i pezzi trovati fuori posto e nell’inserimento di nuove didascalie. «Il materiale, trecento metri di celluloide, era pieno di macchie e perforazioni – precisa Bruno – e molte giunte erano rotte: dopo aver provveduto a una riparazione manuale da parte dei nostri tecnici, si è passati a una acquisizione digitale dei rulli in 4K e anche a una stampa della pellicola in 35 millimetri». Il film arriverà sullo schermo di New York oggi.  Il secondo ritrovamento riguarda invece Monsieur dont’care  (“Non importa, monsieur”) di Percy Pembroke uscito negli Usa nel 1924 e distribuito in Italia nel 1928 come Monsieur Bocher: è una comica in due rulli, parodia di uno dei successi di Rodolfo Valentino, il superdivo di allora che qui viene preso in giro da Stan Laurel (del quale ricorrono, quest’anno, i cinquant’anni dalla scomparsa). Il suo personaggio si chiama Rhubarb Vaselino ed è uno strano tipo che, messosi nei guai alla corte di Luigi XV per aver sbeffeggiato il favorito del re, è costretto a fuggire in Inghilterra spacciandosi per un barbiere. Negli archivi della Cineteca nazionale sono stati ritrovati e identificati circa sette minuti di una versione italiana del film che comprendono anche un’apparizione en travesti di quello che conosceremo in seguito come Stanlio. Il film sarà proiettato al MoMa martedì 24 novembre e mercoledì 25. «Nel 2016 proporremo al cinema Trevi di Roma una visione delle due comiche restaurate: sarà un’appendice della retrospettiva promossa nel maggio scorso dalla Cineteca nazionale su Cric e Croc», come venivamo chiamati Laurel e Hardy durante il fascismo. Un’occasione da non perdere. © RIPRODUZIONE RISERVATA