Agorà

MONDIALI DI SCI. L'argento di Federica Per la mamma e per l'Italia

Eugenio Raimondi venerdì 18 febbraio 2011
«Mi passano per la testa mille cose. Non so cosa dire se non che sono felice, ultrafelice...». Capelli neri e ricci, sorriso smagliante, Fede Brignone non sta nella pelle, perchè è lei la nuova reginetta dei Mondiali di sci di Garmisch. Milanese di nascita, 20 anni, vive a Courmayer: per 9 centesimi ha lasciato la medaglia d’oro alla slovena Tina Maze: «So solo che ho attaccato a tutta - racconta, dopo aver conquistato l’argento nel gigante - sia nella prima che nella seconda manche in cui la pista era ormai un macello. Alla partenza c’era il ct Claudio Ravetto che è stato bravissimo e mi ha dato un consiglio prezioso dicendomi di stare attenta in particolare ad una buca che si era formata nella neve per il caldo».Tagliato il traguardo che l’ha laureata vicecampionessa del mondo di slalom gigante, da brava professionista l’azzurra ha mostrato in tv i suoi sci, per dire che sono stati loro a farla arrivare sul podio. Certo, gli sci sono importanti, fondamentali. Ma ci vuole molto altro: tanto lavoro, salute fisica e una gran passione. E la passione Federica l’ha nel sangue, ereditata dal papà Daniele, che di sci è maestro, e da mamma Ninna, che allo sci ha dedicato anni della sua vita, campionessa della valanga rosa con quattro vittorie in Coppa del Mondo e 11 podi. «Mamma, sei ancora viva?», è stata così la prima cosa che Fede ha chiesto ridendo alla madre, sapendo dell’emozione e della comprensibile passione con cui ha seguito questa gara dal parterre di Garmisch 2001. Il tifo familiare per Fede era così quello della mamma, di Franz, il maestro di sci che aveva da ragazzina e di un altro skiman aostano.Maturità linguistica e primo anno di Scienze motorie all’Università di Torino, con ben otto esami superati, Fede compirà 21 anni il 14 luglio. In Coppa sinora aveva due podi, ma nessuna vittoria. «Mi sono detta: questo è un Mondiale, una gara unica, non puoi sbagliare - ha aggiunto -. E per non sbagliare c’è un solo sistema: non pensare. Ho sciato e basta, questo è stato il mio segreto. Ci siamo tutte preparate molto bene per questa gara. Per questo devo davvero ringraziare tutti, dai tecnici agli skimen ed anche le compagne di squadra. Siamo un bel gruppo, andiamo d’accordo». Un gruppo vero, di amiche che hanno gioito per lei, anche malgrado la beffa. Quella che è toccata a Denise Karbon, giù dal podio per un soffio:«Ma per me questo quarto posto vale una medaglia», ha detto Denise, mentre Manuela Moelgg, sesta, guarda già avanti: «Sabato ci riprovo in slalom speciale».