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Festival. Benigni a Sanremo recita (e un po' tradisce... ) il Cantico dei Cantici

Angela Calvini, inviata a Sanremo giovedì 6 febbraio 2020

Benigni a Sanremo

“La canzone più bella del mondo? Il Cantico dei Cantici che sta nella Bibbia, la prima canzone che è stata scritta nella storia dell’umanità. Non c’è canzone più ardente dei questa. Non è mai stata fatta in tv”. Roberto Benigni, arrivato all’Ariston accompagnato sul tappeto rosso dalla banda, nella serata omaggio ai 70 anni del Festival rinuncia alla comicità e si presenta come “cantante” nel nome della Bibbia. L’idea del Premio Oscar è stata quella di presentare una cover speciale, ovvero un estratto recitato del celebre libro biblico, che narra l’amore fra un ragazzo e una ragazza.

“Il Cantico esalta l’amore fisico. E’ la vetta della poesia di tutti i i tempi. L’amore è visto dal punto di vista della femminilità – dice Benigni - Ben 2400 anni fa una donna potrebbe avere scritto il libro più santo, più bello della Bibbia. È un erotico sacro. La Bibbia è piena di espressioni di dolore e violenza, quando si arriva al Cantico dei Cantici si arriva all’amore. C’è l’amore, la dolcezza, l’erotismo”. Benigni sottolinea la bellezza di un testo dove “l’amore è visto come frammento d’Infinito. L’amore è l’infinito messo alla portata di tutti noi. Non esiste nessuna vita che per almeno un momento non sia stato immortale – e aggiunge con entusiasmo coinvolgente - . Che bello che siamo al mondo, uno scherzo glorioso ci hanno fatto. Lo hanno fatto per amore”.

Il messaggio di Benigni vuole coinvolgere le nuove generazioni “che parlano di sesso, guardano filmini erotici ma di amore non ne fanno più” e precisa opportunamente che il Cantico ci dimostra che “il desiderio è diverso dal bisogno, non è possesso, è continua conquista”. Benigni quindi nella sua premessa precisa che reciterà i frammenti che ha più amato del libro: “Spero che vi venga voglia di andarlo a leggere”. Avverte, poi Benigni, che la versione che proporrà sarà quella in cui vengono ripristinati termini che nel corso dei secoli erano considerati con un certo “imbarazzo”, “avvalendomi dell’aiuto di grandissimi studiosi, professori e poeti da Ceronetti a Ravasi”.

Salvo prendersi una libertà “politicamente” corretta che finisce per tradire non solo la lettera ma il significato profondo del Libro biblico : “Il Cantico rappresenta tutte le coppie che si amano, l’uomo che ama la sua donna, la donna che ama la sua donna…”. Un inno all’amore sul palco di Sanremo, aggiunge Benigni, perché “l’amore vince, è più forte della morte, ogni parola è un diamante, possano queste parole posarsi sulla nostra anima e sui nostri cuori” conclude l’artista iniziando a leggere, emozionato le pagine del Cantico dei cantici.

L’impegno nella terza serata a favore delle donne, era arrivato con l’annuncia del concerto ”Una nessuna centomila, il 19 settembre all’Arena Campovolo, annunciato all’Ariston dalle sette protagoniste: Laura Pausini, Gianna Nannini, Fiorella Mannoia, Elisa, Giorgia, Emma e Alessandra Amoroso..”Basta ancora donne vittime” ha aggiunto la Nannini, mentre la Mannoia ha aggiunto che “tutti i proventi saranno devoluti ai centri antiviolenza, che oggi sono in affanno”.

La serata ha avuto momenti di grande musica, come la versione di Piazza Grande interpretata da Tosca e Silvia Perez Cruz, al primo posto nella classifica dell'Orchestra di Sanremo, e poi La nevicata del ‘56”intonata da Giordana Angi, o “Spalle al muro”, un inno alla dignità della vecchiaia interpretato con forza da Anastasio accompagnato dalla Premiata Forneria Marconi. Anche un premio se lo meriterebbe Francesco Gabbani che con grande ironia ha interpretato L’italiano di Toto Cutugno vestito come l’astronauta Luca Parmitano, attorniato da sei giovani italiani di seconda generazione sventolanti il tricolore .