Agorà

Nel backstage del Festival. E Palumbo conquista anche Fiorello. Più forte della Sla

Lucia Bellaspiga, inviata a Sanremo giovedì 6 febbraio 2020

Erano già le 23 passate ma Paolo Palumbo, il 22enne rapper sardo malato di Sla, che canta grazie a un lettore vocale guidato con le pupille, ha fatto schizzare gli ascolti: lo share è balzato oltre il 58%, gli spettatori sono saliti a 12 milioni. Segno che le grandi storie di coraggio e i veri guerrieri della vita fanno ancora audience e colpiscono al cuore una società che poi così distratta non è.

“Io sono Paolo” è la canzone scritta dal giovane autore (ex aspirante chef) per contagiare noi con il suo coraggio (“la vita non è una passeggiata”, ha avvertito alla fine anche chi non ha la sua malattia, “ho imparato che il tempo è poco e prezioso, avete detto tutti i ‘ti voglio bene’ che volevate?”) e questa volta la standing ovation dell’Ariston non ha avuto bisogno di inviti dal capo-claque. Ha colpito soprattutto la complicità tra Paolo e il fratello Rosario, “che ha lasciato tutto per stare con me e diventare le mie gambe e le mie braccia”, ha commosso il reciproco sorriso che ha suggellato l’intesa anche sul palco.

Quella di Paolo Palumbo non è apparsa nemmeno un istante la storia triste di una disgrazia, ma l’epopea quotidiana di un eroe in carne ed ossa, capace – come recita il suo rap – di “fare rumore in silenzio, perché ho carattere”. Questo ha fatto, e lo stesso direttore di Rai 1 Stefano Coletta, suo fan fin dal momento in cui lo ha incontrato qui a Sanremo, ha sottolineato con partecipazione la risposta degli ascolti. Grande attenzione anche sui social dove campeggia #iostoconpaolo

È stato Amadeus a volere a tutti i costi il rapper sul palco dell’Ariston, dopo che aveva superato le selezioni tra i 1.500 giovani artisti iniziali, ma si era fermato allo sbarramento dei primi 65. “Ci siamo fatti una promessa – gli ha detto presentandolo – sono veramente felice di averti con noi. A solo 22 anni e fino a 4 anni fa aveva una vita normalissima. Poi un giorno si è accorto che non poteva più reggere una padella in mano…”.

“Questa malattia fa paura da fuori”, ha cantato Paolo, che ad Avvenire alla vigilia del Festival ha raccontato in una intervista la forza che gli deriva dalla sua “splendida famiglia” e da una grande fede in Dio. Nel backstage l’abbraccio amichevole con cui Fiorello è andato a salutarlo e a porgergli omaggio, anche lui commosso dal messaggio del giovane.

Il video #iostoconpaolo