Agorà

Festival. Sanremo: tra mogli dei marò, Grillo e Rufus la Casta fa la bella statuina

Gigio Rancilio martedì 18 febbraio 2014
Oggi, la conferenza stampa di rito, doveva essere la vetrina di Laetitia Casta. Con Fabio Fazio nei panni del valletto premuroso che la voleva già l’anno scorso («Ma io non potevo») e che quest’anno per lei ballerà persino in un omaggio a Polvere di stelle. Il direttore di Raiuno Leone la chiama Raffaella Casta, l’Ansa lo scrive e lui riprende la collega: «Potevi evitare». Laetitia Casta ripete la lezioncina: «È un onore essere qui, sono contentissima. Mi piace moltissimo il cinema italiano. Peccato che a Sanremo quando sono arrivata non c’era il sole». All’appello mancano solo pizza, spaghetti e mandolino.Cosa farà Beppe Grillo?Da anni al Festival ci sono dei riti. O se preferite, delle mode. Una è quella di far diventare tutto un «caso». Oggi salgono le quotazioni del «caso» Grillo. Si sa che staserà sarà in sala. Ha annunciato che farà delle cose e questo basta ai più per prevedere scintille. «Speriamo rispetti il Festoval e lo spettacolo» ripetono gli uomini Rai, fingendo di dimenticare che il Grillo politico ha colpito duro istituzioni ben più importanti del Festival. Probabilmente si acocntenterà di un passaggio ai telegiornali della sera e di un numero estemporaneo, corto ma abbastanza efficace per non scontentare i suoi fan. «Ha comprato 10 biglietti, lo so per certo» annuncia il cronista di una radio. I caschi blu dell'Onu operò sembra siano impegnati in questioni più serie.In sala stampa le mogli dei maròLa conferenza stampa ha la verve di 20 gocce di valium. Per fortuna, tra domande stantie e preoccupazioni inesistenti (“Avete chiamato tanti ospiti perché le canzoni sono deboli, quindi noi delle radio dobbiamo preoccuparci?” chiede un deejay), la vita reale spinge. In sala stampa arrivano Vania Ardito, moglie di Salvatore Girone, e Paola Moschetti, compagna di Massimiliano Latorre. Cioè le donne che da mesi lottano a fianco dei nostri marò imprigionati in India. «Siamo qui a Sanremo per dare voce a un'ingiustizia che da due anni Salvatore e Massimiliano sopportano, l'ingiustizia che due militari in missione hanno subito da un governo con l'inganno. Da questo inganno bisogna partire per comprendere due anni di 27 rinvii». A volerle qui è statp il sindaco di Sanremo. «Ci ha anche invitate alla serata ma questo non avverrà perché non siamo dell'umore giusto per una festa della musica». La moglie di Girone sottolinea: «Non abbiamo mai perso la fiducia nelle istituzioni. Anche se questo è il terzo governo che avvicenda, la nostra fiducia resta: sono loro che devono portare a casa Salvatore e Massimiliano. Non ci sentiamo abbandonate dallo Stato ma temiamo che il governo indiano continui a trattenere ingiustamente Massimiliano e Salvatore in India».Il “caso” Rufus Wainwright (forse) si sgonfiaL’avevano presentato come demoniaco. Oggi il manager del cantautore Rufus Wainwright ha spiegato le posizioni dell’artista, che è e rimane un’icona del movimento gay ma “non ha mai avuto alcuna intenzione di offendere i credenti”. Al centro delle contestazioni è finita una sua vecchia canzone intitolata “Gay Messiah”. « Non è mai stata intenzione di Rufus ferire alcuna religione con una sua canzone – ha spiegato Jorn Weisbrodt, componente del management di Rufus Wainwright - . Gay Messiah (brano che comunque domani non sarà eseguito, ndr) è un'antifona all'interno della comunità gay». Rufus è contento ed fiero di essere stato invitato al Festival di Sanremo e non vede l'ora di esibirsi con i suoi 2 brani", 'Cigarettes And Chocolate Milk e Across The Universe di John Lennon». Weisbrodt ne ha approfittato per lanciare una frecciata ai cattolici che avevano contestato Rufus. «È triste vedere che alcuni membri della Chiesa cattolica siano lontani dal pensiero espresso da Papa Francesco e nel suo rispetto ed accettazione di tutti gli esseri umani, donne, uomini, omosessuali ed altre minoranze». Secondo il manager di Wainwright, le contestazioni «sono state esagerate». Ma a onore del vero va ricordato che già dall’anno scorso il Sanremo di Fazio mostra un particolare interesse a portare sul palcoscenico del Festival artisti che sono dichiarate icone del movimento gay.