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Cape Canaveral. Samantha Cristoforetti in missione: «Lo spazio è libertà»

Antonio Lo Campo sabato 23 aprile 2022

Samantha Cristoforetti: le ultime foto con la famiglia prima di partire per la missione Freedom

*** aggiornamento del 27/04/2022 - È partita la missione Crew-4, della quale fa parte Samantha Cristoforetti, astronauta italiana dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) che sarà impegnata per quasi sei mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss) per la missione Minerva. Con lei sulla capsula Crew Dragon Freedom sono Kjell Lindgren, Bob Hines e Jessica Watkins. La Crew Dragon è partita dalla rampa 39A del Kennedy Space Center (Florida) spinta da un razzo Falcon 9 della Space X e l'aggancio alla Stazione Spaziale è previsto intorno alle 02:15 di questa notte. Per AstroSamantha è la seconda missione spaziale, dopo Futura, del 2014-2015. In questa intervista spiega il senso e la finalità della missione che la vede protagonista.

Samantha Cristoforetti è pronta a tornare in orbita. Lo farà per una missione tipica di lunga durata sulla Iss, la Stazione spaziale internazionale, sulla quale, nonostante i grandi problemi sulla terra, tutto procede e si svolge con regolarità. E la sua navicella spaziale è stata nominata Freedom (“libertà”), con partenza fissata per martedì (salvo ulteriori rinvii). La navicella spaziale Crew Dragon per la missione “Crew 4” è ormai pronta per essere trasferita in cima al razzo Falcon 9 (unità B1067) alla storica piattaforma 39 A dello spazioporto di Cape Canaveral.

Samantha ritorna in orbita, dopo i 7 mesi trascorsi sulla Iss tra il 2014 e il 2015 con la precedente missione battezzata “Futura”. In quell’occasione l’astronauta italiana raggiunse la stazione e ritornò a terra con una capsula russa Sojuz, la sola navicella, in quegli anni, a garantire la spola Terra-Spazio con equipaggi a bordo (a parte i voli saltuari delle capsule cinesi).

Questa volta la missione di AstroSamantha è stata nominata “Minerva”, ma il veicolo spaziale di Space X che la porterà in orbita è chiamato Freedom. Il nome riveste un significato particolare in questo periodo di crisi internazionali, ma è soprattutto un omaggio al nome della capsula Mercury che il 5 maggio del 1961 portò nello spazio il primo astronauta americano. Alan Shepard fece un volo balistico (sub-orbitale) di 15 minuti, ma fu sufficiente per creare entusiasmo negli Usa dopo l’orbita completa del sovietico Gagarin, 23 giorni prima di lui. Alan era nato in un quartiere ad est della cittadina di Derry, nel New Hampshire, e passerà alla storia anche per aver giocato a golf sulla Luna durante l’esplorazione dell’“Apollo 14”: «Il nome celebra un diritto umano fondamentale, l’industria e l’innovazione che emanano dallo spirito umano libero – ha scritto su Twitter Kjell Lindgren, co- mandante della missione “Crew 4” –. Attraverso il Commercial crew program, la Nasa e SpaceX hanno ripristinato una capacità nazionale e onoriamo l’ingegnosità e il duro lavoro di coloro che sono coinvolti. Alan Shepard ha volato su Freedom 7 all’alba del volo spaziale umano. Siamo onorati di portare la libertà a una nuova generazione».

L’astronauta Samantha Cristoforetti durante i preparativi per la missione della “Freedom” - Esa/James Blair

Samantha dunque, è prontissima a tornare nello spazio. Non svolgerà più il ruolo di comandante sulla stazione per la seconda fase del semestre previsto in origine. La durata in orbita della sua missione sarà più breve, a causa del cambio di tempi delle missioni in programma, e le è stato comunque assegnato il prestigioso incarico di leader del "Segmento orbitale americano" (Usos), responsabile di tutte le operazioni al- l’interno del segmento orbitale statunitense: «È un onore per me essere a capo dello Usos – ha commentato l’astronauta italiana – e questo ruolo comprende la maggior parte dei compiti che avrei assunto anche con la precedente nomina di comandante. Riconosco tuttavia che molte persone in Europa, in particolare molte donne, hanno tratto ispirazione dalla prospettiva di avere la prima donna europea comandante della stazione spaziale. Mi rammarico che questo non accadrà durante la mia missione, ma stiamo selezionando una nuova classe di astronauti e astronaute e sono certa che questa comprenderà donne molto preparate e determinate che saranno pronte, in un futuro non così lontano, ad assumere ruoli di leadership».

Potrebbe effettuare una passeggiata spaziale: «Sono addestrata per farlo – ha detto durante la conferenza stampa pre-volo – e se avverrà sarà con la tuta russa Orlan. Quindi potrei uscire all’esterno con un cosmonauta russo». Non manca un cenno, indiretto, alla situazione critica della guerra: «Lo spazio è da sempre un esempio per la pace e la cooperazione – ha detto –. E infatti in orbita tutto procede bene, e si lavora tutti assieme con passione e amicizia».

All’interno della Crew Dragon, Samantha durante il viaggio verso l’orbita ricoprirà il ruolo di “specialista di missione”, insieme ai tre astronauti della Nasa, Kjell Lindgren, Robert Hines, pilota, e Jessica Watkins, anch’essa specialista di missione. Una volta a bordo della stazione spaziale, avrà ufficialmente inizio la missione Esa “Minerva”, nonché Spedizione 67-68 dell’Iss. È previsto che l’equipaggio “Crew 4” effettui un breve passaggio di consegne con il “Crew 3”, già sulla stazione, e che include Matthias Maurer, astronauta tedesco del-l’Esa, arrivato sulla stazione l’11 novembre scorso. Il ritorno sulla terra del “Crew 3” è previsto per la fine di aprile.

Samantha lavorerà direttamente su esperimenti di scienza e biomedicina realizzati in Italia e coordinati dall’Asi: «Nonostante la terra non appaia come un puntino lontano – ha commentato di recente l’astronauta italiana dell’Esa – andare nello spazio rende più presente il pensiero che la terra sia davvero piccola rispetto all’immensità del cosmo. Inoltre, nello spazio, acquisisci un punto di vista esterno rispetto alle vicende umane. Questo mi ha permesso di provare un legame profondo con il pianeta e i suoi abitanti. Ogni novanta minuti effettui un giro attorno alla terra come in un abbraccio, ed è un po’ come se ogni ora e mezza abbracciassi tutta l’umanità. Un po’ alla volta quei luoghi che sorvoli in continuazione diventano familiari, e ti sembra davvero che tutta la Terra sia casa tua». Frasi che fanno pensare, e riflettere, in un momento di turbolenze "terrestri", come quello attuale.