Agorà

Motomondiale. A Valentino non riesce la "remuntada"

lunedì 9 novembre 2015
 La "remuntada" è fallita. Alla fine il Mondiale parla spagnolo, con Lorenzo e non solo. L'impresa di Valentino Rossi era davvero titanica, come scalare l'Everest con le infradito. Eppure lui ci ha provato e riprovato, senza risparmiarsi un secondo dei 46 minuti abbondanti che è durata la sua gara. Ma quell'ultimo posto in griglia, inflittogli dopo Sepang, era già una sentenza inappellabile, a meno che davanti non accadesse qualcosa di imprevedibile. Invece, il copione che lo stesso Rossi aveva paventato è stato rispettato alla lettera. E Jorge Lorenzo ha potuto percorrere indisturbato, anzi "scortato" dalle Honda dei suoi connazionali, i 30 giri dell'ultimo Gp della stagione, che gli hanno consegnato il quinto titolo mondiale, il terzo in MotoGp. E in Italia tutti già parlano di "biscottone" ai danni di Valentino. La "carrera del siglo" a conti fatti ha avuto ben poco di epico. Piuttosto molto del "biscottone", come l'ha bollata un amareggiatissimo Valentino: "Ero convinto che sarebbero andati fino in fondo e così è stato - non si è trattenuto una volta smessa la tuta - Marquez ha fatto il guardaspalle a Lorenzo. Sono triste, una grande occasione è sfumata. Peccato perché sono stato competitivo per tutta la stagione, cercando di costruire fina dalla prima gara un decimo titolo che avrei meritato". Non basterà a consolarlo, ma il vincitore morale del Gp di Valencia è lui. Se non altro per la rincorsa con il coltello tra i denti, nel disperato tentativo di risalire dall'abisso in cui l'avevano precipitato i primi giri della gara in Malesia, quando non era riuscito a dominare la rabbia, finendo per mandare a terra quel Marquez fastidioso come una mosca. Al verde Rossi è scattato come inseguito dal demonio e sul traguardo del primo giro era già 15/o, dopo essersi messo alle spalle dieci concorrenti in quattro chilometri. Al secondo giro era 12/o, nono al terzo, quarto al 13/o. E lì la magia si è arenata perché nel frattempo il terzetto davanti era scappato via, approfittando della pista libera. Ironia della sorte, Danilo Petrucci, eletto dai tifosi scudiero di Vale con l'hashtag "#escilitutti", è finito per terra già nei primi giri. Rossi ha continuato a spingere, sudandosi i suoi sorpassi uno ad uno, spinto dal boato delle migliaia di tifosi in giallo che presidiavano vari settori del circuito. Ma è stata una lotta contro i mulini a vento. Oltre il piazzamento ai piedi del podio Valentino non è mai andato, nonostante il passo di gara fosse molto simile a quello del compagno di team. Per 30 giri le Honda di Marquez e Pedrosa hanno dato la netta impressione di essere più veloci della Yamaha, ma senza mai tradurre questa superiorità in un vero attacco. Anzi, nelle ultime tornate il ritmo è ulteriormente calato. Infatti Pedrosa, che aveva perso terreno, è riuscito a recuperare e addirittura sorpassare Marquez. Che però lo ha subito rimesso al suo posto, trovando improvvisamente quello spunto che gli era mancato per tutta la gara. Tagliato il traguardo e rientrato al box Lorenzo si è inginocchiato ed ha pianto, mentre Rossi salutava i ragazzi del team e sembrava dire "ci'ho provato, più di così era impossibile". Se qualcosa Rossi dovrà rimpiangere saranno quei secondi di follia a Sepang, che l'hanno tagliato fuori dalla gara decisiva del Mondiale. Rossi: Marquez è il futuro, ma è un bugiardo "Marquez è il futuro della MotoGp, un grande talento, ha 22 anni e correrà per tanti altri. Ma uno che tutto il weekend dice delle bugie, che a ogni occasione dice che darà il massimo per battere Lorenzo perchè per la Honda è importante fare primo e secondo e poi in gara si comporta così, è uno che se ne sbatte i coglioni di tutti". Valentino Rossi, dopo le dure parole al termine del Gran Premio di Valencia, rincara la dose e attacca nuovamente Marquez in conferenza stampa. "Avevo giusto un pelo di speranza che non facessero fino alla fine così e invece Marquez ha deciso di finire il suo lavoro - racconta il Dottore - Ho rivisto la gara e gli ultimi giri sono stati veramente penosi perchè andava il doppio di Lorenzo ed è rimasto dietro senza fare nemmeno un attacco. E dobbiamo ricordarci che Marquez è uno che attacca sempre, specialmente negli ultimi giri, ma in generale anche in tutta la gara: a me mi passa dieci volte a giro. E invece con Lorenzo è stato 30 giri guardandogli le spalle". Secondo Rossi il 22enne di Cervera "ha goduto che io l'ho visto, ha trovato felicità anche in questo".