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INTERVISTA. Ron: «La mia scuola per riscattare Garlasco»

Andrea Pedrinelli sabato 9 ottobre 2010
Con Una città per cantare nel 1980 Rosalino Cellamare divenne Ron. Trent’anni dopo, questa canzone dà il nome al nuovo progetto del cantautore di Garlasco, un laboratorio musicale aperto da lunedì nella sua città, una scuola (canto, piano, chitarra, basso, batteria…) di cui Ron parla come della chiusura di un cerchio. «Realizzo il terzo sogno della mia vita, dopo cantare ed avere uno studio indipendente. E c’è in me da sempre, la voglia di comunicare agli altri come sento la musica». Nel laboratorio (info sul sito www.unacittapercantare.it) c’è soprattutto, infatti, la volontà di far sì che la musica serva alla persona. «Oltre la tecnica, vorrei che gli allievi imparassero a tirare fuori il meglio di sé, affrontassero le paure, maturassero un rapporto adulto col corpo, capissero le responsabilità che andare su un palco comporta. Al di là dal farne un lavoro o dall’avere successo». E senza scordare che l’apertura del laboratorio di Ron, come egli stesso sottolinea, «consentirà finalmente di poter leggere di Garlasco sui media non solo per la tragedia della povera Chiara Poggi, come purtroppo dal giorno della disgrazia accade fin troppo spesso».Ron, perché sacrificare parte della sua attività artistica per mettersi a disposizione di altri?Da un lato c’è il mio piacere di vedere persone che raggiungono risultati. Non ho mai avuto invidie per nessuno. Poi vorrei aiutare i tanti che hanno cultura e talento ma sono messi nell’ombra da faccende come X-Factor. In giro c’è più di quanto si vede lì.Cosa chiede a chi si iscrive al suo laboratorio?Verificherò di persona le potenzialità, come ho già fatto (70 già iscritti, nda), ma soprattutto la volontà di far musica a prescindere dal successo. Chi vuole solo quello non mi interessa. Infatti ci sono pure corsi per bimbi, tra divertimento e disciplina.Il metodo di canto che proponete è unico, e fra l’altro nasce da un’esperienza dolorosa.Vero. L’insegnante, Barbara Giargiana, grande voce, nel 2000 scoprì noduli ad entrambe le corde vocali e col dottor Avanzini di Parma, otorino e foniatra, elaborò un metodo alternativo che lavora su tutto il corpo, non solo sul diaframma. Ciò fa sì che cantando si apportino benefici anche a udito, respiro, nervi… Dal punto di vista vocale i risultati li ho visti lavorando con Tony Maiello (vincitore di Sanremo Giovani, nda): pensi che poi la sua produttrice, Mara Maionchi, chiamò Barbara pure per altri artisti…A novembre l’inaugurazione ufficiale del laboratorio: con un concorso che lei dice «non solo per cantanti».Sì, qui al Martinetti di Garlasco in Palco aperto si esibiranno trenta voci selezionate cinque mesi fa: ma cantando cose loro o inedite, come in tv non si fa più. Tre vinceranno uno stage, noi sottolineeremo che musica è anche suonare, comporre, scrivere testi.Ed esistono ancora industriali pronti ad accogliere i talenti che lei scoverà?La musica vive anche se in molti ce ne siamo andati dalle major. Quelli validi li aiuterò, come feci con Antonacci (fu Ron a lanciarlo, nda). Li produrrò, mi batterò per trovargli stampa e distribuzione. Anche se il sogno resta spronare a capirsi e crescere.