Agorà

Il disco. Ritorna Zero per cantare i giorni nostri

Massimo Iondini venerdì 8 aprile 2016

Ripartire dopo tre anni con un Alt. Apparente dicotomia, alla Renato Zero. E titolo del nuovo disco, da oggi nei negozi e in streaming. Quattordici brani, alcuni molto ispirati, che librano e poi scendono in picchiata su questi nostri confusi giorni. Tra fede sempre più latitante, coppie che si separano, figli contesi e genitori lasciati fuori dalla porta, solitudini da Internet, giovani disillusi, lavoro che manca, migranti che sbarcano e natura che muore, riecco (in vena) lo Zero universale. Un disco ben suonato, arrangiato da Danilo Madonia e scritto da Zero con diverse collaborazioni, a partire da quelle con Madonia e il prolifico Maurizio Fabrizio, coautore di brani come il singolo di lancio Chiedi( un’invettiva sulla Tv «da tenere spenta»), la bellissima Il cielo è degli angeli («l’ho scritta a fronte di un’epidemia di separazioni di coppie di amici che mi hanno spiazzato. La condizione che tra due che si sono amati e lasciati debba essere guerra a oltranza la trovo penalizzante, soprattutto in presenza di figli») o la supplichevole (a tratti un po’ stucchevole) Gesù. «L’assenza di Gesù nel nostro mondo si sente moltissimo. Non parliamo di quella di Dio, sarebbe da farci un dibattito – prova a spiegare –. Gesù siamo noi, mentre Dio potrebbe essere una realtà lontana e magari non avere tempo per noi». E aggiunge: «Ne abbiamo visti tanti di Gesù in questo tratto di vita del Paese, facciamo il conto delle vittime massacrate dalla mafia. Bisogna che Gesù torni qui, che torni a casa. Ma questo dipende anche dalla nostra volontà». Tutta targata Renato invece la più ritmica Nemici miei. Un atto d’accusa contro il dilagante marciume di certa politica. «Cari nemici miei, bisogna crescere, bisogna amarlo sì, questo Stivale qui... Che vinca l’onestà, ladri e ruffiani addio» canta Zero, per poi precisare che «l’Italia ha svenduto quasi tutto e la politica non fa niente per produrre esempi che ci confortino». E tra i disonesti stavolta finiscono anche quei “sorcini” infedeli che hanno piratato e messo su Internet tutti i nuovi brani di Alt. «Da ieri il mio disco passa gratis su Internet – sbotta –. Il signorino che ha fatto quel gesto non capisce che io produco dischi da solo, non faccio le rapine in banca, l’orchestra la pago io. A questi “sorcini” un po’ sprovveduti dico: non venite più ai miei concerti». A partire da quelli dell’1 e 2 giugno all’Arena di Verona («che mi costò tre malleoli»), dove presenterà dal vivo il disco del ritorno in campo, «un intervento obbligatorio» che «si rivolge a chi non vuole restare in panchina rassegnato». Così Zero si definisce un «sollecitatore» soprattutto «di chi ha la voce più esile, senza raccomandazioni o parentele di comodo » e dei tanti giovani che, presi da Internet e gettati nella solitudine, faticano a trovare «una passione per cui spendersi fino in fondo».