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Egitto. Ricercatori italiani scoprono una tomba ad Assuan di epoca greco-romana

Redazione Agorà sabato 15 gennaio 2022

La tomba di Assuan

Una missione archeologica congiunta italo-egiziana, con capofila l'Università Statale di Milano, ha portato alla luce una tomba greco-romana scavata nella roccia a ovest di Assuan, nel sud dell'Egitto. Nell'ampio sepolcro sono state rinvenute circa 20 mummie, la maggior parte delle quali ancora ben conservate. «È una tomba comune che accoglie più di una famiglia», ha spiegato Patrizia Piacentini, docente di Egittologia all'ateneo milanese e capo missione da parte italiana. L'archeologa ha aggiunto che sono stati portati alla luce molti importanti reperti dell'era greco-romana, tra cui tavole per le offerte, pannelli di pietra scritti in caratteri geroglifici, una collana di rame incisa in greco, una serie di statue in legno dell'uccello con testa umana «Ba» (personificazione del principio vitale) e parti di cartoni colorati (un materiale utilizzato per costruire maschere funerarie), riporta ancora il sito. La tomba è composta da due parti, ha precisato dal canto suo il direttore generale delle antichità di Assuan e Nubia, Abdel-Moneim Said Mahmoud: la prima è un edificio rettangolare contenente un ingresso costruito con blocchi di arenaria coperti da una volta di mattoni di fango; la seconda parte conduce dall'ingresso a un cortile rettangolare scavato nella roccia in cui si trovano quattro camere funerarie. Durante la ricognizione archeologica nella zona, sita nelle vicinanze del Mausoleo dell'Aga Khan, sono state rinvenute anche sarcofagi in buono stato di conservazione, alcuni dei quali in argilla e altri in arenaria, conclude Al Ahram. La tomba scoperta ad Assuan, indicata con la sigla AGH032 e già depredata in antichità, era nascosta da una struttura rettangolare ben conservata, che mostra importanti tracce di un misterioso incendio che ha interessato anche la sepoltura. Un'enorme discarica contenente ossa di animali, frammenti di ceramica, tavole di offerte e lastre inscritte in geroglifici ricopriva la parete Est della struttura, suggerendo un utilizzo della stessa come luogo votivo. Si tratta della prima struttura di questo tipo rinvenuta nella necropoli dell'Aga Khan. Vicino alla parete est della struttura è stata trovata la mummia di un uomo e, accanto, una collana di rame con una placchetta incisa in greco che menziona il suo nome, Nikostratos. In origine, era stato deposto nella tomba che è stata scoperta subito dopo sotto la struttura e, successivamente, portato fuori da ladri antichi.

La tomba presenta una sala sulla quale si affacciano quattro camere funerarie scavate in profondità nella roccia. Nella sala, di fronte all'ingresso, è stato scoperto un sarcofago di terracotta contenente la mummia di un bambino e un bellissimo cartonnage (una specie di cartapesta decorata che copriva le mummie). Un'altra mummia di bambino, trovata in una delle camere funerarie, è stata radiografata e mostra all'interno una placchetta sul petto. Dentro le quattro gallerie scavate nella roccia erano deposte quasi 30 mummie, alcune in eccezionale stato di conservazione, altre con bende e cartonnage tagliati dai ladri antichi, che usarono probabilmente un coltello che è stato scoperto fra le mummie. Alcuni corpi mummificati erano di persone anziane, come dimostra l'artrosi visibile, altri erano di donne o bambini piccoli, fra i quali un neonato. La scoperta è frutto di una missione svolta tra maggio e ottobre 2021 dall'Egyptian-Italian Mission at West Aswan (EIMAWA), diretta da Patrizia Piacentini, Professore di Egittologia e Archeologia egiziana all'Università degli Studi di Milano e da Abdelmoneim Said, Direttore Generale delle Antichità di Assuan e della Nubia (SCA)