Agorà

Il caso. Cinema, è gara tra Regioni

Emanuele Genovese domenica 23 novembre 2014
L’Italia è tutta un set. Il potere di attrazione del nostro territorio diventa ogni giorno più forte. Produzioni internazionali indiane, cinesi, messicane sembrano trovare nelle nostre regioni il set ideale per le loro storie. Come Let’s Get Married, il film cinese di Liu Jiang girato da poco in Basilicata, China Story, la storia romantica ambientata in Toscana, o Devil May Care, l’ultimo film della saga di James Bond: sarà diretto da Sam Mendes, che ha scelto Roma per girare una delle scene più spettacolari.  Da quando sono nate le Film Commission (la più longeva è la Friuli-Venezia Giulia del 2001, mentre la più giovane è la Basilicata del 2010) le risorse regionali e comunali hanno scoperto nell’industria audiovisiva un settore sul quale puntare per rivalutare il territorio e per sostenere le imprese locali. Non sempre dotate di fondi a favore della produzione dell’audiovisivo, le Film Commission, in forma di fondazione e/o enti privati sostenuti da fondi pubblici, hanno abbandonato le politiche di protezionismo del territorio e hanno iniziato a collaborare creando reti tra le Regioni e con Paesi europei. Modelli esemplari sono state Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, regioni che hanno siglato accordi con Germania, Austria, Francia, Slovenia e Croazia (come dimostra il ReAcT, il più recente accordo per un fondo in collaborazione con il Friuli-Venezia Giulia). Una rete di Film Commission che ha saputo attirare produzioni e società, anche extra-settore, e che negli ultimi anni ha anche generato creatività per storie dal respiro più internazionale. Ammirevole nel suo impegno a favore di co-produzioni tra Stati Europei è l’esempio della Bls, la Film Commission dell’Alto Adige – la più ricca, con un fondo di cinque milioni di euro –, che dal 2010 promuove, finanziandolo interamente, #Incontri, un laboratorio che si svolge in primavera in lingua inglese e che riunisce i migliori produttori italiani, austriaci, tedeschi e svizzeri. Solo un esempio: Le meraviglie, il film di Alice Rohrwacher vincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes, è una co-produzione tra Italia, Svizzera e Germania in collaborazione con la Francia. «Le Film Commission nascono – spiega Stefania Ippoliti, responsabile Mediateca e area cinema per la Toscana ma anche presidente dell’Ifc, l’associazione nazionale che riunisce diciassette Film Commission – per promuovere il territorio, creare opportunità di lavoro per le imprese e dare spazio a giovani talenti. Attraverso servizi gratuiti come l’agevolazione della logistica, la ricerca delle location  e delle professionalità locali, le Film Commission svolgono quotidianamente un servizio professionale al mondo dell’audiovisivo, grazie anche alla costanza e alla collaborazione tra il ministero per i Beni e le attività culturali e i rappresentanti della filiera dell’audiovisivo». Un esempio è il “tax credit permanente”, ovvero quella misura statale che, con un fondo stabile di 115 milioni di euro sostenuto dal Mibact, permette alle produzioni di avere agevolazioni fiscali, investendo nel territorio e nel settore dell’audiovisivo, dal cinema ai videogiochi.  «La ricaduta economica delle spese sostenute dalla produzione audiovisiva– sottolinea la Ippoliti – è quantificabile, ma ci sono fattori ancora non del tutto misurabili legati alla promozione del territorio. Siamo assistendo in questi anni alla nascita di nuove realtà imprenditoriali giovani. Un esempio è Occhi di Ulisse, società fondata dal toscano non ancora trentenne Ivano Fucci che, dopo un tirocinio in India, ha creato a Lucca una società di produzione esecutiva a servizio delle produzioni internazionali attirando in tre anni ventotto produzioni internazionali che hanno scelto l’Italia come set». Un impatto socio economico ad ampio raggio capace di frenare il fenomeno della delocalizzazione dei nostri set, di dare un nuovo impulso allo sviluppo culturale, ma soprattutto di creare occupazione sul territorio, riattivando un nuovo circuito sociale, economico e culturale. E i fondi, grazie al meccanismo di richiesta di spesa sul territorio per un valore pari al 150% del contributo erogato dalle Film Commission, stanno creando un nuovo legame delle nostre opere filmiche con le regioni. Legame quantificabile economicamente, ma anche qualitativamente.  I premi internazionali e i festival sono il giusto riconoscimento di questa nuova strategia collaborativa: dall’Oscar per La grande bellezza di Paolo Sorrentino a Sacro Gra di Gianfranco Rosi, Leone d’oro a Venezia, passando per  Le meraviglie con un set diviso tra la Toscana e l’Umbria e Tir, il Marco Aurelio d’oro di Alberto Fasulo girato in sei regioni diverse del Nord Italia.