Agorà

IL CASO. Quanto vale san Giuseppe

Roberto Beretta venerdì 20 novembre 2009
Santa Odilia può valere anche 22 euro, ovviamente se in splendido stato di conservazione. Santa Geltrude arriva invece a 30, battendo nettamente il Sacro Cuore – a dispetto del suo « preziosissimo sangue » . E solo l’Immacolata Concezione la supera, con una quotazione di ben 40 euro: purché sia composta con la tecnica del pochoir... Che c’è di strano? Il collezionismo ( così come il mercato) funziona al contrario della devozione: più un santo è « raro » , e più costa. Dunque – visto che di immaginette qui si parla – è assolutamente logico che i patroni il cui culto è maggiormente diffuso siano anche quelli più a tiro di portafogli. Lo dimostra ad abundantiam il nuovissimo e biligue Catalogo internazionale dei santini del ’ 900, che lo specialista Graziano Toni e l’editore milanese Cif ( noto sotto il marchio Unificato) mandano in circolazione a completamento dell’opera analoga dedicata l’anno scorso alle immaginette dal XVI al XIX secolo ( pp. 454, euro 36). Si tratta del Bolaffi del « santino delle nonne » , se è lecito paragonare la filatelia alla filiconìa: come con ardito neologismo si vorrebbe denominare il collezionismo delle immaginette. E in effetti la cosa forse più curiosa per il profano è la presenza di quotazioni distinte secondo lo stato di conservazione e parametrate sulla domanda del mercato: proprio come per i francobolli. Si va appunto dai 50 centesimi di una Betlemme distribuita per la benedizione delle famiglie negli anni Sessanta a un massimo di 40 euro per un pezzo dipinto a mano dalla ricercata scuola di Giovanni Meschini. Le 1200 immaginette riprodotte in catalogo sono scrutate con la lente dell’intenditore e illustrate in schede tecniche che riportano ( ove possibile) autore, editore, modalità e anno di stampa, formato, materiale, provenienza – ci sono persino santini che arrivano dalla Russia e da Cuba!, quest’ultimo per « il buon esito del voto » nelle elezioni del 1950 –, titolo e numero della serie in cui sono apparse ( ogni casa produceva infatti su un unico foglio un centinaio di santini diversi, appartenenti appunto alla medesima collana). La valutazione di un san Giuseppe varia notevolmente se, per esempio, è uscito dalle macchine della pregiata Santa Lega Eucaristica di Milano – attiva fino al 1943 quando, nonostante le probabili protezioni in excelsis , i bombardamenti alleati ne centrarono la fabbrica – ovvero dalla Basevi o dalla Egim, due delle maggiori case italiane tuttora attive. Le immaginette sono poi raccolte in capitoli tematici, a partire dal soggetto: Sacra Famiglia, Passione, Madonna... Molto particolari le sezioni riservate ai santini « di guerra » , che offrivano ai soldati invocazioni di pace o preghiere patriottiche ( ci sono anche illustrazioni di carri armati « benedetti » dal Sacro Cuore...), e quella dedicata alle « perle del Novecento » : ovvero le immaginette di speciale pregio per esecuzione ( alcune sono fatte a mano, da pazienti suore, a collage o ricamo) e rarità; c’è persino un « luttino » – biglietto di ricordo di un defunto – per la morte del presidente John Kennedy... Il catalogo si ferma però alle porte degli anni Ottanta, ovvero proprio il momento in cui declina la produzione di santini e invece – come Toni attesta – il loro collezionismo « comincia a diventare qualcosa di più di un semplice hobby » , tanto che a dire dell’esperto « oggi quello dei santini è il nuovo, vero, fenomeno del collezionismo » ( ne è testimonianza in effetti lo stesso Unificato, come l’esistenza in commercio di appositi album o di raccolte in dispense da edicola). È stato dunque il post-Concilio a « uccidere » anche l’immaginetta o – almeno – a relegarla a prodotto per nostalgici? « Forse la decadenza del santino – azzarda il curatore – sta proprio nell’aver perduto la funzione per la quale era nato: segnalibro per le preghiere o preghiera esso stesso » . Ma forse ha soltanto subìto, ovviamente in piccolo, il contagio della medesima crisi che ha colpito l’immagine sacra negli ultimi decenni ( e più in generale tutta la figura nell’arte contemporanea). Così oggi si ripiega sulla riproduzione fotografica dei nuovi patroni, o magari delle statue loro dedicate, ovvero a una stilizzazione sempre più astratta e lontana dal realismo. Santino del Duemila cercasi, dunque; ma per sapere come sarà, aspettiamo il prossimo catalogo.