Agorà

Musica. Al via Eurovision fra bandiere ucraine e grande festa

Angela Calvini, inviata a Torino martedì 10 maggio 2022

Alessandro Cattelan, Laura Pausini e Mika conduttori di Eurovision Song Contest 2022

L’edizione numero 66 dell’Eurovision Song Contest ha i suoi primi dieci finalisti, votati ieri fra le prime 17 nazioni in gara delle 40 partecipanti al più grande evento musicale e televisivo del mondo. Sono Svizzera, Armenia, Islanda, Lituania, Portogallo, Norvegia, Grecia, Ucraina, Moldavia, Olanda. La seconda semifinale domani sera con altre 18 nazioni in gara. Ospiti Il Volo.
La seconda semifinale domani sera con altre 18 nazioni in gara. Ospiti Il Volo.

«Grazie per supportare l’Ucraina» hanno gridato ieri dal palco dopo la loro travolgente esibizione i musicisti ucraini di Kalush Orchestra che hanno commosso con il loro inno Stefania dedicato a tutte le madri dell’Ucraina rappresentate sul grande schermo da due grandi occhi in lacrime e da due enormi mani protettive. Tifo da stadio, pubblico che batte il tempo con le mani e inquadrature su bandiere della pace.

Una serata emozionante, dopo tanto patire per il Covid, in diretta su Rai 1 dal Palaolimpico di Torino dove 7000 persone paganti hanno cantato e ballato tutta la sera in uno show sfavillante dal sapore internazionale condotto in un inglese impeccabile da Laura Pausini, Mika e Alessandro Cattelan. E quando la Pausini vestita in Valentino color fucsia esclama «Ciao Italia!» è subito festa nel nome del "sound if beauty", il suono della bellezza tema dell’edizione. Che avrà come tema anche quello della pace. Su questo filone si inscrive la toccante esibizione di Diodato con la sua Fai rumore, che nel 2020 cantò in una Arena di Verona vuota per Eurovision che quell’anno fu senza gara. Ieri sera la sua performance teatrale che ricorda le persone isolate per il Covid con 25 ballerini che poi si stringono in un enorme affettuoso abbraccio. «Si passa da un momento di isolamento e freddezza a un momento di calore e condivisione con altri esseri umani. Devo riconoscere a questa canzone una sua forza indipendente – dice Diodato –. Sono felice di vivere un momento di così forte condivisione, dopo questi ultimi due anni. È una bella festa, consapevole, ma una festa ed è bello tornare a vedere così tanta gente e così tanti colori». E poi spiega che la sua partecipazione è la chiusura di un cerchio: «Riportare Fai Rumore qui mi sembrava bello per concludere un percorso e andare avanti con cose nuove». Dal palco dell’Eurovision sono diversi i messaggi che verranno lanciati, su tutti quello per la pace in Ucraina, rappresentata dai Kalusk. «In loro e nel brano che portano c’è un forza e un’energia che arriva da ciò che sta accadendo, ma oltre a questo il pezzo funziona: arriveranno abbastanza in alto». Le «cose nuove» alle quali ha fatto cenno sono invece canzoni che stanno prendendo forma e che presto confluiranno in un nuovo disco. «Non ci sarà da attendere tantissimo». E in autunno un tour che lo porterà in Europa.