Agorà

Prandelli dà una ripulita alla “pizzeria Italia”

martedì 9 agosto 2011
FIRENZE. Domani sera a Bari l’Italia scende in campo in amichevole contro i campioni del mondo della Spagna. Intanto il ct azzurro Cesare Prandelli a Coverciano ha il compito di stemperare un clima di polemica costante e difendere un calcio che per l’ad del Milan Adriano Galliani è diventato “da ristorante di lusso una pizzeria”. «Se un dirigente esperto come Galliani ha detto quelle cose, lo ha fatto a ragione: bisogna ascoltarlo, tutti», dice il ct azzurro alla vigilia della sfida di mezza estate con la Spagna. L’amichevole è di per sè di quelle scivolose, visto il periodo e lo stato di forma di tanti azzurri. In più il differenziale degli indici calcistici è nettamente a favore della Spagna, di questi tempi accomunata all’Italia solo nella crisi economica. Pallone tra i piedi e storia a parte, non c’è lotta tra i campioni del mondo in carica e i loro predecessori in disgrazia. «Sono davvero curioso di vedere quale è la distanza tra loro e noi», dice Prandelli. Una sfida che per il ct è anche di «cultura calcistica», specie dopo un anno esatto di lavoro e la prima partita della fase due. Il ct ha già avvertito i suoi, da settembre cambierà il criterio di convocazione: spazio a chi gioca di più. E a rischiare non è solo Antonio Cassano. «Consigli ad Antonio non ne do. È in grado di scegliere da solo. Il discorso comunque non valeva solo per lui, ma per tutti: sono diversi i nazionali alle prese con situazioni del genere». Sirigu e Criscito sono emigrati; Balotelli non trova la sua dimensione al City («il tacco che ha fatto arrabbiare Mancini? Non era una mancanza di rispetto verso l’avversario»); Gilardino è rimasto fuori («con una squadra palla a terra non serve, ma lo seguo»); si pesca anche in B, con Ogbonna e Palombo; Aquilani e Montolivo sono nel limbo. Così come De Rossi. In definitiva al momento l’unica sicurezza si chiama Giuseppe Rossi. «In questo momento - dice Prandelli - è lui la vera novità di questa Nazionale: è in vantaggio su tutti». Il suo collega, Del Bosque, ha come massimo problema le liti tra madridisti e assi del Barcellona nella Liga. Prandelli ritrova invece in ritiro un calcio pieno di scandali che si divide su tutto. In sovrapprezzo, il ct chiamato a ridisegnare il look del calcio azzurro si ritrova con una bislacca polemica a distanza molto ravvicinata con la Fiorentina. «Il fastidio di Andrea Della Valle per il mio incontro con i tifosi viola (domenica a Coverciano, ndr) trovo che sia una “bischerata”. Mi hanno solo consegnato un tapiro viola per aver perso a golf con Antognoni ­spiega - . Ho provato a telefonare ad Andrea Della Valle, senza trovarlo: ma non c’è contrasto con la mia vecchia società». Intanto Prandelli fa sua l’idea dell’altro Della Valle, Diego, per ridare serenità al calcio italiano. «Servirebbe un tavolo per chiudere le ferite: cinque anni dopo - sostiene - c’è ancora tanta violenza psicologica. Avverto in giro un clima pericoloso». Domani sera a Bari la sfida con la Spagna. Il ct azzurro: «Curioso di vedere quanta differenza c’è tra loro e noi» Il ct azzurro Cesare Prandelli