Agorà

Il caso. L'altolà dei parenti: via il nome di Totò da pizzerie e ristoranti

Toni Viola mercoledì 24 aprile 2024

Il principe Antonio de Curtis, in arte Totò

Pizzeria "Totò", ristorante "'A livella": presto i titolari dei locali con questo nome potrebbero ricevere una diffida che li sollecita a cambiare denominazione. Molti i locali, tra cui anche diverse paninoteche, di Napoli e del resto d'Italia che hanno usato in questi anni, per farsi riconoscere e come motivo di richiamo, il nome d'arte di Antonio de Curtis: su iniziativa degli eredi del "principe della risata", ora però, il nome "Totò" è diventato a pieno titolo un brand, un marchio.

A fare da battistrada, nel 2023, il Tribunale di Torino che ha inibito l'uso non autorizzato dai familiari del nome Totò, esteso anche alla sua celeberrima poesia 'A livella. Sono numerose le segnalazioni raccolte su locali con questi nomi aperti in tutt'Italia e ora dallo studio legale romano che rappresenta gli eredi sono iniziate le diffide. Questi esercizi commerciali, sono sempre tappezzati di immagini dell'artista napoletano morto a Roma nel 1967, spesso ritratto insieme con Peppino De Filippo. Ma innumerevoli sono i richiami anche alla città di Napoli.

Gli eredi del "principe" chiedono che il nome d'arte non sia più utilizzato per fini commerciali e pubblicitari: questo comporta che non possa comparire su insegne, menù, confezioni d'asporto e anche sui siti web. E ogni violazione accertata costerà 200 euro. A far partire l'iniziativa degli eredi di Antonio De Curtis, nel febbraio 2023, sarebbe stato il caso di una pizzeria di Torino: da allora, per evitare sanzioni, molti esercizi commerciali hanno già avviato una procedura di mediazione.

«Stiamo cercando di tutelare l'immagine di mio nonno», ha detto Elena de Curtis, nipote di Totò. «Ma quando si è in buona fede un accordo di trova», aggiunge la figlia di Liliana De Curtis, figlia del "principe" e morta nel giugno del 2022. Il problema, infatti, sono le speculazioni: «Ci imbattiamo nell'utilizzo del suo nome - spiega - ma anche della sua immagine e delle sue opere, senza nessun rispetto per il diritto che li tutela».

«Ci siamo trovati su una bottiglia di vino - fa sapere ancora Elena -, senza sapere assolutamente nulla, l'etichetta "'A livella", e chissà in quanti altri casi non ce ne siamo accorti». «Di fronte all'amore per l'artista che si è voluto omaggiare - assicura la nipote di Totò - siamo disposti ad avviare, come abbiamo sempre fatto, del resto, un'interlocuzione, in alcuni casi stiamo dando anche l'autorizzazione all'utilizzo». Dialogo sì, uso indiscriminato no.