Agorà

Musica. Morto il cantautore Pino Daniele

Gigio Rancilio lunedì 5 gennaio 2015
​"Back home. In viaggio per casa”. Letto oggi il suo ultimo post - apparso sui suoi profili Twitter e Facebook - riempie ancor più di lacrime gli occhi dei suoi tantissimi estimatori. Come se Pino Daniele, il bluesman napoletano “nero a metà”, sapesse chi di lì a poco sarebbe morto. Tradito da un cuore ballerino che, insieme agli occhi, gli aveva già dato più di un problema nei suoi 59 anni di vita. Quello stesso muscolo che anni fa aveva già tradito il suo amico Massimo Troisi. Pino è stato stroncato stanotte da un infarto. In un primo momento si era diffusa la notizia che fosse morto nella sua casa a Magliano in Toscana. Invece, a quando si apprende,  l'artista è morto all'ospedale Sant'Eugenio di Roma. Si era sentito male nella casa toscana, al punto che la sua compgna aveva chiamato il 118. Pino però ha voluto raggiungere il suo cardialogo, il dottor Achille Gaspardone  all'ospedale Sant'Eugenio di Roma.Così ha convinto la sua compagna a m,ettersi in macchina e guidare più di 120 chilometri. Vengono i brividi a pensare a questo drammatico ultimo viaggio di Pino. Fatto di dolore, paura e frasi grandi come montagne. Quando è arrivato in piena notte all'sospedale - riferiscono - la situazione era disperata. Di più. Secondo il cardiologo del cantante, Achille Gaspardoni, Direttore UOC di Cardiologia all'Ospedale S. Eugenio «è giunto cadavere al pronto soccorso. Sono state fatte tutte le manovre di rianimazione ma era già morto». Parlando con l'Ansa, il cardiologo ha spiegato che «la vita di Pino Daniele era appesa aun filo e lui lo sapeva bene. Ogni giorno era un giorno di vita in più, guadagnato».Pino Daniele lascia cinque figli. E un numero enorme di colleghi e fan in lacrime. Napoli, la "sua" Napoli avrebbe voluto dargli l'estremo saluto. Il sindaco De Magistris aveva annunciato: «Nel giorno dei funerali di Pino Daniele, a Napoli sarà proclamato il lutto cittadino». Per il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli, «Daniele era un grande artista, un figlio che ha onorato Napoli. Nel mio libro e in qualche omelia ho citato la sua Napule è. Credo che sia questa tra le sue canzoni quella che mi piace di più».I funerali di Pino Daniele si svolgeranno mercoledì mattina alle 12 al Santuario del Divino Amore a Roma. Lo riferisce padre Renzo,sacerdote amico di famiglia che officerà la messa. «Abbiamo scelto il Divino Amore perché può contenere molta gente». A volerli a Roma sono i figli, ma i fratelli di Pinio vorrebbero fossero celebrati a Napoli «perché lui era uno dei simboli della città». Il primo a dare la notizia della morte dell'artista, nel cuore della notte, è stato l'amico Eros Ramazzotti che con Pino e Jovanotti aveva stretto un'amicizia vera già nei primi anni Novanta, quando i tre andarono insieme in tournée. Postando una foto di Daniele sorridente, Eros ha scritto: "Anche Pino ci ha lasciato. Grande amico mio, ti voglio ricordare con il sorriso mentre io, scrivendo, sto piangendo. Ti vorrò sempre bene perché eri un puro ed una persona vera oltre che un grandissimo artista. Grazie per tutto quello che mi hai dato fratellone, sarai sempre accanto al mio cuore. Ciao Pinuzzo". Gli fa eco Jovanotti: «Ciao Pino. Ciao uomo fatto di musica, amico generoso e artista grandissimo. Grazie di essere passato di qua a portare tutta questa bellezza». Da alcuni minuti, la notizia era rimbalzata sui cellulari del popolo della musica e di qui sui social. Artisti, discografici, addetti stampa, giornalisti e addetti ai lavori hanno dato vita ad una sorta di gara dell'affetto per ricordare nel modo migliore Pino. Un artista generoso, chitarrista autodidatta ma di talento, col blues nel cuore. Cioè con la musica dei nero-americani. I tanti che avevano liberato la sua Napoli dalla guerra e i tantissimi che aveva consumato sul giradischi e suonato con gli amici. All'inizio, Pino suonava il basso. Molti se lo ricordano ancora nella band Napoli Centrale del suo amico James Senese. Ma l'amore della sua vita era la chitarra. La chitarra e il blues. Per “campare di musica” Daniele fece di tutto. Suonò negli album di amiche come Jenny Sorrenti e andò in tournée come musicista con Bobby Solo. Intanto scriveva canzoni. Mescolando Napoli e il blues. Una sua audiocassetta con dei provini finì nelle mani di Claudio Poggi della Emi. Di lì a poco usci il primo 45 giri. A cui seguì l'album di debutto Terra mia. Arbore si innamorò del brano 'Na tazzulella 'e cafè e lanciò ad Alto gradimento. Ma il vero capolavoro dell'album è Napule è, che Pino aveva scritto a 18 anni per la sua città e che ancora oggi è una delle sue canzoni manifesto. È l'inizio di tutto. Da Je so’ pazzo a Quanno chiove, da Anna verrà a Chi tene o mare, da Yes i Know My Way a O Scarrafone in poco più di dieci anni Pino firma alcuni dei più grandi successi della scena italiana. Da Wayne Shorter a Richie Havens, da Al Di Meola a Chick Corea tutti i più grandi musicisti jazz e blues suonano con lui. Daniele diventa un simbolo. Il simbolo della Napoli moderna. Di una città “nuova” per tanti settentrionali distratti. Di un luogo intriso di cultura antica ma che apre le sue braccia al mondo. Pino va e suona. Con tutti. Con Ramazzotti, Jovanotti, Irene Grandi, Laura Pausini, Giorgia. Con i 99 Posse e Anna Oxa, con Biagio Antonacci e i Neri per caso, con gli Almamegretta e Claudio Baglioni. Con Vasco Rossi e Luciano Pavarotti. Con Eric Clapton e Fabio Concato. Con Lucio Dalla e Gigi D'Alessio. Con Nino D'Angelo, Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia, Phil Manzanera, Gino Vannelli, Ornella Vanoni... Il grande pubblico televisivo l'ha visto l'ultima volta su Raiuno nel grande show di fine anno. Visto con gli occhi di oggi, appariva stanco. Quasi fuori posto. Non per lui che era lì per rilanciare ciò a cui teneva di più, il suo tour con la band delle origini; con gli amici di una vita: Tullio De Piscopo alla batteria, Tony Esposito alle percussioni, James Senese al sax, Rino Zurzolo al basso e Joe Amoruso alle tastiere. Oggi, tutti loro, insieme ad altri, piangono Pino. L'amico, il fratellone, il musicista dal cuore così grande da averlo tradito troppo presto. Il prossimo 19 marzo, festa del papà, Giuseppe Daniele, detto Pino avrebbe compiuto 60 anni. Ognuno oggi lo ricorderà con una canzone. Con la “sua" canzone del cuore. A noi piace farlo con un frammento di "Anema e còre":  Portami via con te In questa lucida follia (Portami via con un idea, portami via) Portami via Portami via perché Ho voglia di ricominciare Senza farmi più condizionare A niente a e nisciuno A niente a e nisciuno.