Agorà

Teatro. La Pergola, arriva la stagione della rinascita

Andrea Fagioli mercoledì 20 luglio 2022

Stefano Massimi al debutto nazionale alla Pergola con la regia de “L'interpretazione dei sogni” di Freud

Una stagione normale, non in senso riduttivo, ma perché finalmente libera, almeno dal punto di vista della programmazione, dai vincoli della pandemia. C’è voglia di tornare a teatro in grande stile, come ai vecchi tempi, che mai come oggi sembrano nuovi. Dal Covid abbiamo imparato quanto sia importante la cultura condivisa, lo stare insieme. E se c’è un luogo che più di altri lo permette è proprio il teatro. Ne sono convinti i responsabili della Fondazione Teatro della Toscana che gestiscono i cartelloni e le iniziative di sale storiche come La Pergola di Firenze o più all’avanguardia come Pontedera e Rifredi, oltre a Scuole di formazione del mestiere dell’attore come la fiorentina d’Oltrarno diretta da Pierfrancesco Favino. Con questa voglia di ripartire, è stata presentata di recente a Firenze dal direttore artistico Stefano Accorsi e dal direttore generale Marco Giorgetti la stagione 2022-2023 del Teatro della Pergola confermando la volontà di operare sui principi di un Teatro d’Arte orientato ai giovani, con un’attenzione costante all’Europa.

La nuova stagione, finalmente completa, oltre a segnare come detto un decisivo ritorno alla normalità, crea ponti tra le discipline, i Paesi e le generazioni, in relazione con tutte le arti, la poesia, il potere dell’immaginazione, tenendo sempre come riferimento il lascito pedagogico e culturale di Orazio Costa, la cui metodologia è costantemente attuata e divulgata attraverso il Centro di avviamento all’espressione, da lui fondato nel 1979 alla Pergola, punto di riferimento del percorso definito con il manifesto “Per un Nuovo teatro”, vero e proprio motore culturale delle attività del Teatro della Toscana.Il cartellone si apre con il programma del Saloncino «Paolo Poli», di recente completamente rinnovato, che definisce l’identità della sala come spazio dedicato alla sperimentazione.

Il primo spettacolo, dall’11 al 20 ottobre in prima nazionale, è La dodicesima notte di Shakespeare diretta da Pier Paolo Pacini, nella traduzione di Orazio Costa, con la riduzione di Filippo Gentili, i costumi realizzati dal Laboratorio d’arte del Teatro della Pergola. La stagione in abbonamento nella Sala Grande partirà invece il 22 novembre con Lettura clandestina che restituisce alcuni tra gli innumerevoli articoli che Ennio Flaiano scrisse per giornali e riviste, selezionati e letti da Fabrizio Bentivoglio con il contrappunto del contrabbasso di Ferruccio Spinetti. A seguire, dal 6 all’11 dicembre, Stefano Massini, vincitore del Tony Award per la migliore opera teatrale, unico italiano insignito dell’Oscar del Teatro, debutta in prima nazionale con L’interpretazione dei sogni, dal libro capitale di Sigmund Freud.

Tra Saloncino e Sala Grande saranno 21 gli spettacoli in cartellone di cui cinque prime nazionali. In quanto alla contaminazione dei generi, si segnalano diverse messe in scena ispirate al cinema: da Bazin (25-30 ottobre, Saloncino), sulla vita del critico francese creatore dei «Cahiers du cinéma», a I fratelli De Filippo (13-18 dicembre, Sala Grande), trasposizione teatrale di Sergio Rubini dal proprio film dedicato ai grandi Eduardo, Peppino e Titina, fino ai Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese (28 marzo - 2 aprile, Sala Grande). Tornano anche i classici italiani con un percorso che passa per i grandi testi rappresentati da grandi interpreti come Gabriele Lavia con Il Berretto a sonagli di Pirandello, Michele Placido con La bottega del caffè di Goldoni, Armando Pugliese che dirige Uomo e Galantuomo di Eduardo e Lucia Lavia con Come tu mi vuoi di Pirandello.

Non mancano le traduzioni importanti: da Interno Bernhard – Minetti e Il Riformatore del Mondo con Glauco Mauri e Roberto Sturno diretti da Andrea Baracco, in prima nazionale; Spettri di Ibsen con Andrea Jonasson; Chi ha paura di Virginia Woolf? di Albee, con Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni diretti da Antonio Latella; La valigia di Dovlatov con Giuseppe Battiston; Il Figlio di Zeller, con Cesare Bocci, Galatea Ranzi, Giulio Pranno, diretti da Piero Maccarinelli; Il Re muore di Ionesco, diretto da Maurizio Scaparro; Il Misantropo di Molière con Luca Micheletti, diretto da Andrée Ruth Shammah; Fedra di Seneca, con Valentina Banci diretta da Elena Sofia Ricci.

Infine, nel processo di sviluppo delle relazioni culturali su scala europea, il Teatro della Toscana dà grande importanza all’emergente area balcanica. In questo senso si è stabilita una partnership con Qendra Multimedia, legandola ad analoga partnership con Mittelfest. Primo risultato è Handke Project, un lavoro sulla fase più discussa della vita del letterato tedesco che coinvolge, oltre all’Italia e al Kosovo, anche Serbia, Albania e Germania, al debutto al Mittelfest il 23 luglio, e poi a Firenze nella stagione 2023/2024. Una linea di intervento che si sostanzia nella Nuova alleanza dei Teatri europei promossa dal Teatro della Toscana e dal Théâtre de la Ville di Parigi.