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LONDRA 2012 - L'INTERVISTA. Pellegrini: «Talento e fatica». I Giochi di Fede

Vanni Zagnoli mercoledì 11 luglio 2012
​Semplicemente è la regina. L’Italia non aspetta che lei, anche senza tricolore in mano. L’unica incognita per Federica Pellegrini è l’ansia, perchè in acqua non ha rivali. E anche nella popolarità, in quanto la veneziana è tra le grandi donne dello sport nazionale. Si sta concentrando per Londra, le interviste esclusive sono rare, così vicino all’evento planetario, fa un’eccezione per “Avvenire”.Federica, a fine mese via alla sua terza Olimpiade. Sarà l’ultima?«Non credo proprio, spero di arrivare a Rio de Janeiro 2016».Era stata la prima scelta, per il ruolo di alfiere. Conta di esserlo in Brasile?«Se le gare di nuoto si disputeranno come sempre l’indomani della cerimonia di apertura, non è ipotizzabile che le valutazioni siano diverse rispetto a Pechino e Londra. Peraltro ho chiarito il mio amore incondizionato verso i colori della bandiera e il sentimento che provo per la nazione».La scelta di Valentina Vezzali la trova d’accordo?«Totalmente, i risultati parlano per lei».Alle Olimpiadi ha vinto "solo" nei 200 stile libero, l’argento di Atene e l’oro in Cina. Stavolta perlomeno porterà altre due medaglie?«Da qualsiasi parte lo si guardi, il bicchiere è sempre mezzo pieno».Ha già deciso a quali gare partecipare?«Sicuramente i 200 e i 400 sl, più staffetta 4x100, dove abbiamo vinto il bronzo europeo. Per il resto, seguirò le indicazioni del mio allenatore, Claudio Rossetto». Il compianto ct Alberto Castagnetti voleva vederla in acqua anche sugli 800: vi ha rinunciato per sempre?«Mai dire mai. Anche i 100 magari, un giorno...».Nelle staffette ha speranze di podio?«È dura, ma in vasca niente è impossibile».Lei si affacciò sulla scena internazionale ai mondiali di Barcellona, nel 2003: nel tempo ha imparato a gestire meglio l’ansia?«Direi proprio di sì. Sono cresciuta molto sotto questo punto di vista e riesco a controllarmi».Negli istanti in cui non si sente bene, in acqua, come reagisce?«È un percorso confidenziale che ho affrontato con il mio mental coach».Dara Torres ha mancato la qualificazione alla sesta Olimpiade della carriera, fra le atlete medagliate 8 anni fa, in Grecia, considerando tutte le distanze, sarà l’unica ancora in acqua?«Sinceramente non ho il quadro completo di tutte le atlete internazionali che hanno ottenuto il minimo olimpico».Filippo Magnini si è aggiudicato l’oro europeo sui 100 stile a Debrecen, a 30 anni. La relazione sentimentale con lui ha cambiato la vita di Federica?«La sto vivendo bene e con allegria. Fra tante cose, apprezzo il suo modo di trasferirmi serenità in tutti gli ambiti, compreso lo sport».A Shanghai lei fece doppietta con l’allenatore francese Philippe Lucas. Le manca il suo carisma?«Ne aveva tanto, in effetti. Fu un progetto tecnico condiviso che centrò l’obiettivo. La situazione poi è mutata e ora mi sento completamente coinvolta con il metodo di coach Rossetto».Per i suoi allori, quanto deve alle doti naturali e quanto all’allenamento?«Sono in pari misura. Non c’è talento che possa far raggiungere grandi risultati senza duro lavoro: Il segreto sta proprio in questo».Alessia Filippi viene da tre anni tormentati, dopo l’oro mondiale di Roma 2009, il podio è fuori dalla sua portata?«Le auguro di potersi giocare le sue carte, il bello dello sport è che puoi arrivare laddove molti neanche immaginano».L’australiano Ian Thorpe era tornato in acqua ma ha fallito il minimo olimpico, Phelps sarà “cannibale” come a Pechino?«Michael viene da trials americani impegnativi, compirà scelte tecniche chiare, resta la superstar del nostro movimento».Un record del mondo a Londra è da escludere?«No. Arrivano segnali da molti atleti in varie specialità e avrebbe un significato davvero particolare».Com’è lo stato di salute dello sport italiano alla vigilia dell’appuntamento chiave del quadriennio?«Le aspettative sono chiare e la competizione è sempre più dura. Noi azzurri sappiamo dare il 110% nel momento in cui conta, questo fattore influenzerà positivamente il nostro medagliere».Fra i campioni del 2008, oltre a Vezzali ci saranno Quintavalle (judo), Cainero (tiro a volo, skeet), Schwazer (marcia) e Cammarelle (boxe). Chi ha maggiori chances di riconferma?«Non amo esprimermi sui miei risultati, figuriamoci su quelli dei colleghi. Auguro a tutti una sola cosa: di essere molto, ma molto felici dopo aver gareggiato».